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L’HIV nei bambini: un problema emergente in Europa e Asia Centrale


La lotta contro l’HIV nei bambini è lontana dal vincere, con preoccupanti cali nella copertura dei trattamenti antiretrovirali e aumenti dei nuovi casi tra adolescenti, soprattutto tra le ragazze. Nonostante i progressi nella prevenzione della trasmissione da madre a figlio, le sfide rimangono alte e l’impegno deve rimanere forte.

L’HIV nei bambini rappresenta una delle sfide sanitarie più urgenti e preoccupanti in Europa e Asia Centrale. Nonostante i progressi degli ultimi decenni, i dati recenti suggeriscono che un numero crescente di bambini non sta ricevendo i trattamenti antiretrovirali necessari, con una drammatica riduzione della copertura terapeutica negli ultimi anni. Secondo le stime più recenti, circa un quarto dei bambini tra i 0 e i 14 anni che necessitano di antiretrovirali non riceve il trattamento vitale che potrebbe salvare loro la vita.

Nel 2023, la copertura antiretrovirale per i bambini è scesa al 73%, un calo significativo rispetto all’83% del 2018, con gravi conseguenze per la salute di questi piccoli pazienti. La situazione è ancora più drammatica se si considera che circa 760 bambini sono morti a causa dell’AIDS nello stesso anno, con l’84% di questi decessi verificatisi prima del loro decimo compleanno.

Preoccupante aumento dei nuovi casi tra gli adolescenti

Parallelamente, si registrano segnali inquietanti riguardo al contagio tra bambini e adolescenti. Ogni giorno, circa 20 giovani in Europa e Asia Centrale contraggono l’HIV, con una preoccupante maggioranza di nuovi casi tra le ragazze. Quasi tre quarti dei nuovi infetti sono femmine, una tendenza che solleva questioni urgenti sulla necessità di mirare maggiormente alla prevenzione tra le adolescenti.

Anche se la situazione per i bambini e adolescenti rimane grave, c’è una buona notizia nella lotta contro l’HIV: la prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio ha fatto enormi progressi. Il tasso di trasmissione verticale dell’HIV è diminuito di oltre cinque volte dal 2000, passando dal 28,1% al 5,7% nel 2023. Ciò è stato reso possibile grazie all’adozione diffusa dei test HIV durante l’assistenza prenatale e a una maggiore copertura degli interventi preventivi.

I prossimi passi

Nonostante i successi nella prevenzione verticale, l’UNICEF e le organizzazioni sanitarie internazionali avvertono che la battaglia contro l’HIV nei bambini non è ancora vinta. L’attenzione deve rimanere alta per garantire che ogni bambino abbia accesso a trattamenti senza stigma, che la prevenzione tra gli adolescenti sia estesa e che i servizi di test siano facilmente accessibili.

L’organizzazione ONU ha sottolineato che qualsiasi rallentamento degli sforzi per garantire accesso alle cure potrebbe compromettere decenni di progressi. “Non possiamo permettere che ciò accada“, ha dichiarato un portavoce dell’UNICEF. I trattamenti antiretrovirali e la prevenzione dell’HIV nei bambini devono essere una priorità, e ogni passo falso potrebbe significare la perdita di vite giovani e la rinascita di un problema che sembrava sotto controllo.

Rafforzare la prevenzione e l’accesso ai trattamenti

Per prevenire la diffusione dell’HIV nei bambini e garantire cure adeguate, l’UNICEF sta lavorando attivamente nei paesi prioritari della regione, cercando di rimuovere le barriere che impediscono ai bambini di ricevere le cure necessarie. Inoltre, sensibilizzare le giovani generazioni, in particolare le ragazze, è un passo fondamentale per fermare il contagio e promuovere stili di vita sani.

Non abbassare la guardia

L’Europa e l’Asia centrale non devono abbassare la guardia nella lotta contro l’HIV. Nonostante i progressi nella prevenzione della trasmissione da madre a figlio e l’abbassamento dei tassi di mortalità, l’HIV nei bambini continua a essere una crisi sanitaria. Solo un impegno coordinato e continuato potrà garantire che tutti i bambini abbiano accesso a cure tempestive e trattamenti efficaci, mentre l’intera regione lavora per combattere il virus e proteggere le future generazioni.

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