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Sciopero dei medici, in Piemonte mancano circa 250 anestesisti-rianimatori e almeno 200 medici d’urgenza per i pronto soccorso

Braccia incrociate dei camici bianchi, i medici del servizio sanitario pubblico, veterinari, anestesisti-rianimatori e specialisti di patologia clinica e dell’area radiologica. Lo sciopero di oggi 18 dicembre è la seconda giornata di protesta dopo quella del 5 dicembre. È un grido di dolore nei confronti della legge di Bilancio che evidenzia tutti gli scenari del futuro della sanità pubblica: una barca che affonderà. Ed è allo stesso tempo un grido di speranza: risollevare la sanità pubblica con tutte le forze possibili, per assicurare a ogni persona, indipendentemente dalla sua ricchezza, ogni cura disponibile e appropriata

La stima dei sindacati di categoria, in occasione della presentazone delle ragioni dello sciopero proclamato da Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm Federazione veterinari e medici e Cisl medici, è che saranno a rischio 25mila interventi chirurgici

Questa mattina a Torino, nella “casa dei medici”, l’Ordine dei medici di Torino di corso Francia 8, i presidenti e segretari regionali delle sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero, spiegano nel corso di una conferenza stampa le motivazioni della mobilitazione.  Ci sono Gilberto Fiore, presidente AAROI-EMAC Piemonte-Associazione Anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Emergenza area critica, Maurizio Bologna, segretario FVM-Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari, Giampaolo Di Rosa, segretario FASSID e Mariasusetta Grosso, segretario CISL medici. 

Dottor Fiore, quali sono le motivazioni di questo sciopero?

La legge di Bilancio: non sblocca il tetto alle assunzioni di nuovo personale, non contiene le misure necessarie per stabilizzare i precari della sanità, non finanzia a sufficienza i prossimi rinnovi contrattuali, non mantiene le promesse sulla valorizzazione extracontrattuale della specificità dei sanitari, non rimuove l’iniquo differimento della restituzione del Tfs di chi va in pensione. La stessa legge favorisce la fuga dal lavoro del pubblico impiego e in particolare dal servizio sanitario nazionale; favorisce le cooperative e aumenterà i medici gettonisti; asseconda il profitto dei grandi gruppi della sanità privata; saccheggia le future pensioni dei sanitari anche più giovani e impedisce la rivalutazione di quelle già raggiunte”. 

Quindi scioperate.

“Scioperiamo per difendere la sanità pubblica universalistica e solidale, per proteggere il servizio sanitario nazionale dal saccheggio di professionalità e risorse a favore della sanità privata. Scioperiamo per assicurare a ogni individuo, indipendentemente dalla sua ricchezza, ogni cura disponibile e appropriata. Scioperiamo per difendere gli stipendi e le pensioni degli eroi del Covid”.

Quali sono le principali criticità che incontrano i medici in generale e gli anestesisti in particolare? 

La prima riguarda le carenze di personale: i dati attuali rilevano che nella Regione Piemonte mancano 230-250 anestesisti-rianimatori, e almeno 200 medici d’urgenza per i pronto soccorso. Ci sono poi carenze strutturali: non sono stati ancora realizzati molti dei lavori per le terapie intensive e rianimazioni promesse durante il Covid; molti pronto soccorso devono essere ristrutturati. Poi c’è obsolescenza delle strutture sanitarie piemontesi: i recenti articoli sottolineano questa tragica situazione. La realizzazione dei nuovi ospedali è ancora in alto mare: il Parco della Salute di Torino, quello di Novara, il nuovo ospedale della Asl To 5 (promesso da 40 anni), la tragicommedia del nuovo ospedale di Cuneo, e via dicendo”.

E la lista continua. Cos’altro dottor Fiore? 

Turni massacranti non solo per l’attività ordinaria ma anche per garantire il recupero delle liste d’attesa; la rinuncia ad una vita familiare soddisfacente; le remunerazioni non allineate con il valore e l’impegno dei medici; la concorrenza del privato con offerte economiche molto allettanti ma soprattutto che permettono una vita al di fuori del lavoro. E poi le offerte dall’estero: molti medici italiani sono attirati all’estero, fatto che riconosce il valore e la preparazione dei medici italiani, molto apprezzati all’estero, e le prospettive di carriera molto scarse e faticose da raggiungere”. 

Quali soluzioni proponete al governo sul piano organizzativo e finanziario?

Proniamo di aumentare il finanziamento per i rinnovi contrattuali; di difendere il servizio sanitario nazionale riducendo i finanziamenti destinati ai privati; l’eliminazione delle cooperative, vero “caporalato” strisciante; la revisione della politica formativa finora programmata; assunzioni adeguate alle carenze, assunzione obbligatoria degli specializzandi del quarto e quinto anno fino a completamento degli organici carenti”.

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