I risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature Medicine da un team di immunologi della Columbia University (USA) forniscono una nuova ragione sul perché, con l’aumentare dell’età, diventiamo più suscettibili alle malattie respiratorie.
Il sistema immunitario si compone di organi, tessuti e cellule che si attivano per proteggere il corpo da minacce potenziali che potrebbero danneggiarlo (agenti dannosi esterni come virus e batteri, e interni come le cellule tumorali). Tuttavia, nel momento in cui viene meno l’efficacia di questa protezione, le nostre difese immunitarie si abbassano, rendendo l’organismo più vulnerabile. “Quando si parla di difese immunitarie basse, ci riferiamo a una patologia nota come leucopenia, che consiste in un decremento dei globuli bianchi nel sangue”, spiega il Professor Alessandro Miani, medico e docente di prevenzione ambientale presso l’Università degli studi di Milano. “Avere le difese immunitarie basse, significa registrare un valore di globuli bianchi inferiore a 4.000 cellule/mm³ nel sangue. Le cause possono essere patologiche e non patologiche”.
Tra le principali cause patologiche le infezioni batteriche
Tra le cause patologiche troviamo, ad esempio:
- AIDS: è una patologia causata dal virus dell’HIV, il quale distrugge i globuli bianchi comportando un decremento nel loro numero;
- Tumori del sangue, come leucemia e linfomi: in questi casi viene compromesso il buon funzionamento del midollo osseo e le difese immunitarie tendono ad abbassarsi inevitabilmente;
- Mononucleosi: questa patologia è causata in genere da un’infezione batterica. Il sistema immunitario, per far fronte all’infezione, spreca un numero superiore di globuli bianchi rispetto al numero prodotto;
- Patologie del midollo osseo: quando il midollo osseo è soggetto a specifiche patologie, non riesce a svolgere la sua regolare funzione di produzione di globuli bianchi. Il risultato è un indebolimento delle difese immunitarie.
Tra le principali cause non patologiche il non corretto stile di vita
Le cause non patologiche, invece, derivano da fattori esterni legati anche alle abitudini e allo stile di vita.
Nel dettaglio rientrano:
- Stress: in presenza di forte stress si potrebbe verificare un indebolimento delle difese immunitarie;
- Utilizzo di determinati farmaci: esistono alcuni farmaci come antibiotici e chemioterapici che riducono inevitabilmente le difese immunitarie;
- Carenza di vitamine: elementi come la vitamina B12 o i folati sono essenziali per una corretta ed equilibrata produzione di globuli bianchi. Una carenza di questi elementi potrebbe comportare un abbassamento delle difese immunitarie;
- Gravidanza: in questo particolare periodo, la donna sperimenta numerosi cambiamenti nel suo corpo, tra cui anche una diminuzione delle difese immunitarie;
- Età: negli anziani si assiste ad un rallentamento nella produzione di globuli bianchi derivante dall’invecchiamento del midollo osseo;
- Problemi legati al riposo notturno: numerosi studi hanno dimostrano che una vita sedentaria e problemi nel sonno potrebbero comportare un abbassamento delle difese immunitarie. Per questo si consiglia uno stile di vita attivo e un riposo di almeno 7-8 ore a notte;
- Fumo e alcol: essendo nocivi per la salute, comportano un effetto depressivo nei confronti del sistema immunitario.
Sì a riposo, sana alimentazione e attività fisica
Quando si risente di un abbassamento delle difese immunitarie, spesso si sperimentano degli stati di debolezza che possono compromettere la qualità della vita e la quotidianità.
“Tra i campanelli d’allarme rientrano una costante sensazione di stanchezza e debolezza, dolori muscolari, dolori scheletrici, mal di testa ed emicrania, caduta dei capelli, anemia, pelle disidratata, influenza e febbre, mal di gola, occhi secchi”, continua il Professor Miani. “Nel momento in cui si avvertono uno o più sintomi è sempre meglio consultare e sentire il parere del proprio medico, in modo da seguire il trattamento adeguato. Per aumentare le difese immunitarie, la prima cosa da fare è seguire uno stile di vita sano ed equilibrato, migliorando gli aspetti legati all’alimentazione, all’attività fisica, al riposo notturno”.
Quanto incide l’inquinamento atmosferico?
Un’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico – prima emergenza sanitaria a livello globale – incide negativamente sul nostro sistema immunitario e questo fenomeno è riscontrabile soprattutto negli anziani che vivono in aree inquinate e che, per decenni, hanno respirato polveri fini e altri composti inquinanti. “Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature Medicine da un team di immunologi della Columbia University (USA)”, spiega ancora Alessandro Miani, “ha scoperto che le particelle di inquinanti ambientali inalate si accumulano all’interno delle cellule immunitarie nei linfonodi associati al polmone, indebolendo la capacità delle cellule di combattere le infezioni respiratorie. I risultati di questo studio forniscono una nuova ragione sul perché, con l’aumentare dell’età, diventiamo più suscettibili alle malattie respiratorie. I ricercatori statunitensi ricordano che le persone anziane sono particolarmente vulnerabili alle infezioni respiratorie, un fatto messo in netto rilievo dalla pandemia di Covid-19 in cui il tasso di mortalità è stato 80 volte maggiore nelle persone di età superiore ai 75 anni, rispetto agli adulti più giovani. Gli anziani sono anche più vulnerabili all’influenza e ad altre infezioni polmonari”.
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