La malattia oculare tiroidea (TED -Thyroid eye disease) cambia la vita della persona che la incontra, per questo l’impegno dei medici è quello di migliorare la qualità di vita attraverso cure innovative ed expertice. Nel segno della multidisciplinarietà. A Padova, lo scorso 6 giugno, il tema è stato affrontato in occasione dell’evento organizzato da Motore Sanità. Al tavolo i clinici (oftalmologi, endocrinologi, chirurghi dell’occhio), le associazioni pazienti e le istituzioni. Per fare il punto della TED in Veneto.
Sulla base del tasso di prevalenza riportato in letteratura di 8,97 ogni 10,000 abitanti (fonte Perros et al 2017), circa 4.300 pazienti risultano affetti dalla malattia oculare tiroidea in Regione Veneto. L’U.O.C. Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedale Università Padova, diretta dal Prof. Edoardo Midena, è centro di riferimento per la diagnosi e la terapia dell’orbitopatia distiroidea (malattia oculare tiroidea).
Come ha spiegato Raffaele Parrozzani, UOC Clinica Oculistica, Azienda Ospedaliera Università di Padova, la presa in carico di questi pazienti da parte di personale altamente specializzato è fondamentale per garantire un trattamento precoce e personalizzato, atto a prevenire danni talvolta gravi alla funzione visiva.
Il Centro garantisce ai pazienti un’équipe dedicata, che eroga più di 1.000 prestazioni diagnostico/terapeutiche all’anno, occupandosi della presa in carico e della gestione multidisciplinare medica e chirurgica del paziente.
“La TED – ha spiegato il dottor Parrozzani – è una patologia gravata da problematiche sociali significative, principalmente a causa dell’impatto estetico e funzionale secondario allo sviluppo di strabismo, retrazione palpebrale ed esoftalmo (occhio sporgente). Questo può portare a isolamento sociale, oltre a possibili disturbi psicologici come ansia e depressione. Pertanto, la proposta terapeutica è finalizzata anche a minimizzare questi risvolti, offrendo approcci chirurgici riabilitativi mirati”.
Secondo il medico “investire in formazione medica e sensibilizzazione pubblica è pertanto cruciale per migliorare la gestione clinica e ridurre i costi sanitari a lungo termine di una patologia ‘ad alto impatto sociale”.