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Medici di famiglia, la Regione Toscana sigla accordo preliminare per le cure primarie

Negli ultimi anni il sistema sanitario in Italia ha dovuto affrontare varie vicissitudini, carenze di medici di famiglia in zone decentrate, una crescente domanda di assistenza domiciliare e la necessità di garantire un servizio continuo e di qualità. La Toscana ha deciso di fare un passo avanti, approvando un accordo preliminare con i medici di medicina generale che mira a migliorare la distribuzione delle risorse e a valorizzare la vocazione territoriale.

Ieri a Firenze è stato annunciato il via libera alla proposta, che anticipa alcune misure già previste dall’accordo collettivo nazionale recentemente ratificato dall’intesa Stato-Regioni. Si tratta di un accordo che rappresenta un punto di svolta, sia dal punto di vista organizzativo che economico, e che si inserisce nel più ampio quadro di riforme volte a rafforzare il sistema di assistenza primaria. Si tratta di un’anticipazione di un processo più ampio, volto a definire in modo puntuale e strutturato l’organizzazione dell’assistenza territoriale. Tra le novità più importanti, si segnala l’adeguamento del compenso per le ore aggiuntive dei medici convenzionati incaricati dell’emergenza territoriale.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha commentato con soddisfazione questa decisione, sottolineando come “questo atto sia un passaggio importante e preparatorio, anzi fondamentale, in vista dell’assegnazione delle zone carenti ai medici di medicina generale”. Per Giani, si tratta di un passaggio che contribuirà a rafforzare il ruolo dei medici di famiglia, rendendo più efficace e capillare l’assistenza, anche nelle aree rurali o remote.

L’accordo regionale, inoltre, definisce un rapporto ottimale per la rilevazione del fabbisogno dei medici a ruolo unico di assistenza primaria, favorendo così una distribuzione più omogenea sul territorio toscano. Questo aspetto è cruciale, in quanto mira a ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure, spesso legate a localizzazioni geografiche svantaggiate.

L’assessore regionale alla salute, Simone Bezzini, ha evidenziato come questa misura rappresenti “una prima risposta importante sotto diversi profili”, sottolineando che si tratta di un passo fondamentale in attesa dell’accordo integrativo regionale, che definirà in modo più dettagliato l’organizzazione degli ambiti e delle aggregazioni funzionali territoriali.


Uno degli aspetti più innovativi dell’intesa riguarda la tutela dei cittadini stranieri residenti in Toscana. Le nuove disposizioni regionali prevedono la possibilità di mantenere automaticamente l’iscrizione nell’anagrafe assistiti anche oltre la scadenza del permesso di soggiorno, purché il cittadino provveda alla richiesta di rinnovo del permesso stesso entro un certo periodo di tempo.

Questa misura mira a garantire continuità nell’assistenza sanitaria, evitando discontinuità che potrebbero mettere a rischio la salute di chi si trova in una situazione di vulnerabilità. In sostanza, si tratta di un passo avanti in termini di civiltà e di rispetto dei diritti di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro nazionalità, contribuendo anche a facilitare le procedure di regolarizzazione e di accesso alle cure.

L’accordo preliminare firmato in Toscana rappresenta un punto di partenza, in vista di un percorso più articolato e articolato che si svilupperà nei prossimi mesi. Con l’integrativo regionale, si definirà in modo più puntuale la distribuzione degli ambiti territoriali e le modalità di aggregazione tra medici di famiglia, con l’obiettivo di creare un sistema più efficiente, equo e sostenibile.

L’obiettivo finale è quello di garantire a tutti i cittadini, senza distinzione, un’assistenza di qualità, capace di rispondere alle esigenze di un territorio complesso e in continua evoluzione. La Toscana si propone così di diventare un modello anche per altre regioni, dimostrando che un investimento intelligente e mirato nella sanità di prossimità può fare la differenza.

Non mancano, tuttavia, alcune riflessioni e interrogativi riguardo alla reale capacità di implementare le nuove misure in modo capillare e tempestivo, specie in zone periferiche o scarsamente popolate. La distribuzione dei medici, infatti, rimane un tema complesso, che richiede strumenti efficaci di pianificazione e incentivi.

Inoltre, occorrerà monitorare l’impatto di queste misure sulla qualità dell’assistenza, sulla soddisfazione dei cittadini e sulla sostenibilità economica del sistema. La valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia e il riconoscimento di un compenso più adeguato sono passi promettenti, ma devono essere accompagnati da un’effettiva capacità di attrarre e trattenere professionisti qualificati nelle aree meno gettonate.

La Regione Toscana ha scelto di puntare sulla sanità di prossimità. Resta da vedere come queste politiche si tradurranno nella realtà quotidiana e quali risultati concreti si otterranno nel breve e nel lungo termine, ma una cosa è certa: in Toscana si guarda avanti con ottimismo, consapevoli che il benessere della popolazione passa anche dalla qualità delle cure offerte sul territorio.

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