Intervista a Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG
Circa 700.000 persone in Piemonte sono afflitte da patologie caratterizzate da dolore cronico, come l’artrosi del ginocchio, dell’anca e della spalla, discopatie, stenosi midollari e fibromialgie. Questi disturbi hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e lavorativa dei pazienti e comportano un onere economico notevole per la regione, stimato in circa 2,16 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi sono costi indiretti.
Temi che sono stati approfonditi nel convegno “Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione: fattori chiave nella gestione del dolore cronico – Regione Piemonte”, organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma.
Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG, ha dichiarato: “Il dolore cronico affligge moltissime persone ed è associato alle malattie croniche, con pazienti con molte comorbidità. Si parla di un 20% della popolazione, quindi stimiamo 6-700 mila cittadini che hanno in qualche modo un problema correlato al dolore”.
Venesia ha sottolineato poi l’importanza di una corretta e appropriata terapia, aggiungendo che “dovremmo allargare il discorso a una presa in carico della multicomplessità e della cronicità. I pazienti con più di due o tre patologie concomitanti assumono molti farmaci, e c’è da fare molta attenzione alle interazioni e agli effetti collaterali”.
Il ruolo del medico di medicina generale è cruciale grazie al rapporto fiduciario con il paziente. Venesia ha spiegato che “il medico di medicina generale è in una posizione di vantaggio per ottenere quella che noi chiamiamo l’aderenza terapeutica e la persistenza nelle cure delle malattie croniche, che per definizione tendono a non guarire, ma vanno prevenute, monitorate e curate attentamente”.
Il Piemonte è in una posizione relativamente favorevole grazie ai recenti accordi per la creazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), che saranno operative dal 1 gennaio 2025. Venesia ha descritto questa iniziativa come una “rivoluzione organizzativa” che prevede la formazione di gruppi di 20-25 medici che assisteranno popolazioni di 25-30 mila abitanti, garantendo una presa in carico H24 e migliorando il coordinamento delle cure.
Questo nuovo modello organizzativo, ha concluso Venesia, permetterà di “prevenire, monitorare e curare in maniera appropriata le multi cronicità e la complessità che ci pone questo problema. È un problema di tutti i servizi sanitari nazionali, non solo del nostro”.
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