Un’indagine nazionale e una serata di confronto a Milano fotografano lo stato attuale del terzo settore in Italia, tra sostenibilità economica, riforme normative e nuove alleanze tra profit e non profit.
A quasi un decennio dalla pubblicazione della legge 106 del 2016 e dal successivo decreto legislativo 117 del 2017 che ne ha definito l’attuazione, il mondo del volontariato affronta un cambiamento normativo profondo, accompagnato da sfide economiche e organizzative sempre più pressanti. L’associazione PROMETEO ODV, attiva da 25 anni nel sostegno ai pazienti oncologici, ha colto questa ricorrenza per promuovere una riflessione ampia e documentata sullo stato dell’arte del terzo settore. Il risultato è un evento dal titolo evocativo – Usciti dal profitto, entrati nell’utile – che ha visto la presentazione del libro Prossimo, molto vicino, scritto dall’oncologo Vincenzo Mazzaferro e dal giornalista scientifico Maurizio Maria Fossati, insieme ai dati di un’indagine nazionale commissionata a EMG Different.
Una riforma epocale, tra opportunità e difficoltà operative
L’obiettivo della riforma del terzo settore era quello di mettere ordine nel panorama del non profit, offrendo un quadro normativo chiaro e trasparente. Tuttavia, l’applicazione delle nuove regole si è rivelata tutt’altro che semplice. Le organizzazioni si trovano spesso a dover interpretare una normativa articolata, tra nuove procedure di iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e regole amministrative che richiedono competenze tecniche e risorse dedicate. Il quadro emerge chiaramente anche dall’indagine presentata: secondo il Rapporto RUNTS 2024, i principali ostacoli indicati dalle organizzazioni del terzo settore sono le difficoltà finanziarie, la complessità della burocrazia e la carenza di volontari. A tutto ciò si aggiunge la dipendenza da entrate non certe come donazioni o bandi pubblici, che rende difficile pianificare a lungo termine.
Sostenibilità economica: il tallone d’Achille del terzo settore
Un dato importante messo in luce è proprio l’instabilità economica delle realtà non profit. Il sondaggio rivela che le associazioni devono affrontare ogni mese costi fissi (affitto, assicurazioni, consulenze, materiali), a fronte di entrate discontinue. Le proposte emerse per rispondere a queste difficoltà sono diverse: sgravi fiscali per enti e privati che sostengono il volontariato, incentivi alle imprese che collaborano con il terzo settore e forme di sostegno pubblico per progetti innovativi o per l’assunzione di personale stabile. Eppure, nonostante le fragilità economiche, il terzo settore genera un valore annuale pari a circa 84 miliardi di euro, contribuendo per il 4,4% al PIL italiano (dati Istat). In Italia si contano circa 360.000 enti non profit, con 920.000 dipendenti e oltre 470.000 volontari attivi solo nel settore sanitario. Un tessuto vivo e capillare, con una forte vocazione alla solidarietà, ma spesso in bilico tra idealismo e sostenibilità.
Il valore sociale del volontariato
L’indagine di EMG Different mostra un’immagine nitida del rapporto tra cittadini e terzo settore. Il 60% degli italiani sa cosa indica il termine, con picchi del 70% tra i giovani tra i 18 e i 34 anni. Tuttavia, solo il 33% si dichiara molto o abbastanza informato. Nonostante ciò, quasi 9 intervistati su 10 ritengono che il terzo settore dia un contributo positivo alla società, specialmente tra chi ha avuto esperienze dirette o indirette con il volontariato. Alla domanda “In quali ambiti il terzo settore è più efficace?”, il 49% del campione ha indicato la lotta alla povertà, il 42% i diritti umani, il 37% l’umanizzazione della sanità e il 33% la protezione ambientale. Il dato più rilevante? Il 71% ritiene che il terzo settore sia più efficace dello Stato nel risolvere problemi sociali, o comunque altrettanto incisivo a seconda dell’ambito. Anche il focus sul volontariato in sanità evidenzia numeri significativi: circa 12.000 le organizzazioni attive, di cui il 64% ha come mission il sostegno a persone fragili. La Lombardia si conferma la regione con la maggiore concentrazione, con oltre 2.000 enti registrati.