I farmaci equivalenti sono una realtà ormai consolidata. Da alcuni anni quando si va dal medico o dal farmacista si sente parlare di farmaci equivalenti e di farmaci di marca.
Sui farmaci generici esiste ancora molta disinformazione e diffidenza.
Ma che cosa sono i farmaci equivalenti?
I farmaci equivalenti, come spiega il sito dell’AIFA, presentano lo stesso principio attivo di quello che viene chiamo farmaco “di marca”. Oltre a ciò hanno la stessa modalità di somministrazione e lo stesso dosaggio. Semplicemente vengono messi in commercio nel momento in cui il farmaco originale non è più coperto da brevetto.
Gli studi clinici dimostrano l’efficacia dei farmaci equivalenti, ma esiste ancora tanta diffidenza sull’argomento. Molti pazienti richiedono in modo specifico al proprio medico o al farmacista di fiducia il farmaco “griffato”. Questo accade anche se con i farmaci generici si hanno gli stessi risultati, ma con costi per il paziente e per il sistema nettamente inferiore.
Perché esiste molta diffidenza nei confronti dei farmaci equivalenti?
Nei confronti di questa tipologia di farmaci esiste molta diffidenza in prima battuta, in Italia infatti il consumo è ancora molto basso, perché non è stata mai messa sul tavolo una strategia di informazione su questa tipologia di farmaci. Insomma c’è bisogno di informazione e formazione. Informazione e formazione che va fatta non solo ai pazienti, ma anche ai medici che prescrivono i farmaci. Grazie alla consapevolezza si possono quindi sfatare molti falsi miti che esistono sui farmaci equivalenti.
Ovviamente la scelta del farmaco deve essere fatta in maniera consapevole dai pazienti. Solo se il paziente è coinvolto dall’inizio nella scelta del farmaco si può ottenere un successo nell’aderenza terapeutica. Con aderenza terapeutica l’Oms definisce “il comportamento di ogni individuo in relazione all’assunzione di farmaci confrontato con le indicazioni del medico curante o da chiunque abbia prescritto il farmaco”.
L’utilizzo di questi farmaci comporta un risparmio non solo per il paziente, ma anche per il Sistema Sanitario Nazionale e per il Sistema Sanitario Regionale. Con i soldi risparmiati si potrebbero fare ulteriori investimenti, magari proprio sul tema della prevenzione.