A Napoli per due giorni i massimi esperti in Italia di cataratta e glaucoma
Protagonista da anni con Airo onlus in Africa e di recente anche a Scampia con migliaia di visite e interventi gratuiti a favore delle fasce più disagiate della popolazione Vincenzo Orfeo, oculista napoletano responsabile dell’Unità specialistica della Clinica Mediterranea di Napoli, docente a contratto all’Università di Trieste e tutor nella scuola di specializzazione della Federico II di Napoli – ha riunito a Napoli nei giorni scorsi n un confronto scientifico i massimi esperti in Italia di cataratta, Glaucoma e chirurgia refrattiva.
Dai Paesi poveri a quelli avanzati cambia il paradigma dell’incidenza e della prevenzione ma non le patologie tanto che alla cataratta e al glaucoma, che soprattutto negli anziani spesso coesistono, è stata dedicata ieri a Napoli una tavola rotonda a cui hanno preso parte Francesco Calabrò primario di Oculistica al Monaldi, Rocco Cesare De Marco primario all’ Ospedale del Mare, Luca Menabuoni oculista in Firenze, già presidente di AIMO (Associazione italiana medici oculisti. Una sessione di approfondimento sulla Cataratta in concomitanza ad una malattia seria quale è il Glaucoma con gli interventi di Ciro Costagliola Direttore della Clinica Oculistica della Federico II di Napoli, cultore della malattia Glaucoma e grande esperto della della terapia medica di questa patologia che oggi si avvale di nuovi farmaci. E poi Scipione Rossi Direttore dell’unità oculistica del San Carlo di Nancy di Roma, segretario Siso che ha acceso i fari sul trattamento con Trabeculoplastica laser Selettiva del Glaucoma, Lucio Zeppa direttore al Moscati di Avellino che ha spiegato quando è necessario operare il glaucoma in concomitanza o meno con la cataratta. Infine Mario Sbordone Direttore al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.
“Uno dei nodi irrisolti dei pazienti con glaucoma – ha sottolineato Scipione Rossi – è l’aderenza al trattamento, molti pazienti non mettono le gocce, sono inadempienti”. Fari puntati poi sul Laser, sulle differenze tra le varie tecniche che spesso danno risultati molto simili. Il prof. Zeppa ha poi sottolineato come 40% degli interventi di cataratta falliscono se c’è un precedente glaucoma.
Sbordone ha illustrato l’Intervento combinato cataratta-glaucoma con nuove tecniche che incentivano la chirurgia combinata anche se spesso occorre procedere in sequenza operando prima la cataratta e poi glaucoma. Infine le relazioni di Paolo Lepre Socio fondatore Associazione Campana Glaucoma, responsabile Oculistica a Villa dei Fiori, Michele Lanza docente associato della Vanvitelli, Michele Rinaldi della Federico II e Riccardo Sciacca già primario a Catania.
“La cataratta – spiega Orfeo – resta l’intervento più comune ed è possibile operarla in 10 minuti –ma soprattutto senza far avvertire dolore al paziente e senza fastidiose iniezioni. Un intervento molto delicato di microchirurgia intraoculare, che si esegue in spazi tra i 2 e i 4 millimetri, molto ben sopportato dal paziente che, grazie alle nuove tecnologie, non avverte fastidi e, dopo poche ore, può tornare già alla vita normale. Questo intervento riguarda in particolare le persone che hanno superato i 50-55 anni con importanti difetti di vista e un cristallino alterato”.
Dal 1995 ad oggi, Orfeo ha eseguito oltre 30.000 interventi come primo operatore (in prevalenza: Cataratte, Impianti di cellule staminali limbari, Trapianti di Cornea, Glaucomi, Vitrectomie, Distacchi di Retina, Lasik e Prk per Chirurgia Refrattiva, Iniezioni Intravitreali, strabismi, palpebre, ecc) ed esegue più di 3500 interventi l’anno con le tecniche più moderne in tutto il campo dell’Oftalmologia. Un convegno che ha richiamato a Napoli esperti da tutta Italia per mettere a fuoco le ultime novità in campo medico e tecnologico legate alla chirurgia oculistica, con sessioni presso l’auditorium e corsi di aggiornamento in contemporanea presso le altre sale, con Wet Lab e simulatori per la chirurgia della cataratta, l’intervento più richiesto in ambito oculistico. “A tal proposito – aggiunge Orfeo – abbiamo utilizzato le nuove tecniche legate all’utilizzo di tecnologie e nuove protesi nel campo della cataratta. Si tratta di lentine intraoculari o cristallini artificiali che vanno a sostituire il cristallino opaco (cataratta) e danno la possibilità del vero ringiovanimento della vista del paziente, migliorando la visione da lontano a persone che avevano sempre portato gli occhiali, ma anche la vista intermedia (al pc) e da vicino”.
All’evento hanno partecipato decine di chirurghi e specialisti in Oculistica provenienti da tutta Italia. E, in particolare, nella sessione dedicata al Dry Eye con la lettura magistrale del professor Maurizio Rolando di Genova e le relazioni dei professori Pasquale Aragona di Messina e Stefano Bonini di Roma e il chirurgo Gianni Alessio, il primo ad aver eseguito un intervento di chirurgia refrattiva da remoto a Roma mentre si trovava a Dubai.
Un confronto scientifico a tutto campo da cui emerge un nuovo allarme su uso e abuso di device e videoterminali: “Dieci milioni di italiani, 1 milione in Campania – conclude Orfeo – soffrono di occhio secco a causa dell’eccessivo uso di terminali elettronici e i casi sono in aumento tra minori per esposizione a smartphone e tablet. Un italiano su cinque nell’ultimo – aggiunge Orfeo – ha sofferto di disturbi oculari riconducibili all’occhio secco (Dry Eye), un disagio vissuto come una vera e propria patologia, al pari dei dolori di una angina pectoris. E se fino a qualche anno la secchezza oculare riguardava in particolare chi lavorava tante ore al computer, donne in menopausa e pazienti affetti da artriti a causa della riduzione delle lacrime, ora sono a rischio anche i più giovani, addirittura i bambini tra i 3 e i 5 anni, a causa del continuo utilizzo di smartphone, tablet e pc. Non siamo nati per stare tante ore davanti agli schermi di computer e smartphone e i nostri occhi ne soffrono in maniera continua, ripetuta e ingravescente. Arrivano in studio sempre più persone che passano 8-10 ore davanti ad uno schermo. Per questo è necessaria la prevenzione: ai primi sintomi bisogna rivolgersi al proprio oculista. Con una terapia specifica, si può evitare l’instaurarsi della malattia del Dry Eye che, oltre ad essere fastidiosa, è soprattutto molto invalidante. La vista peggiora e spesso si tratta di problemi che si procrastinano senza essere risolti”.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Affrontare la vitiligine: un impegno sociale e medico, Prevenzione vaccinale: percorsi facilitati, priorità ai pazienti oncologici e onco-ematologici, Progressioni sanitarie, equo compenso: arriva la prima bozza dei parametri per 17 profili