Sport agonistico, infortuni sportivi e gestione chirurgica dei traumi sono argomenti di grande interesse per la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), per questo sono stati al centro del congresso nazionale Siot 2022 del 10 novembre scorso. Ospiti i grandi campioni dello sport, come Gianluigi Buffon, Julio Velasco, Sergio Parisse, Francesca Lollobrigida e Michele Maffei.
“Il ritorno all’attività agonistica dell’atleta professionista” è il titolo della tavola rotonda del congresso 2022 di Siot, Società italiana di ortopedia e traumatologia, del 10 novembre scorso, alla quale hanno partecipato i grandi campioni dello sport italiano. Nomi altisonanti come Gianluigi Buffon, portiere della Juventus dei record e della Nazionale campione del mondo; Julio Velasco, commissario tecnico della nazionale di volley maschile dal 1989 al 1996 che ha collezionato 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League; Sergio Parisse, capitano della Nazionale italiana di rugby dal 2008 al 2019, due volte campione d’Italia e una della Coppa Italia; Francesca Lollobrigida, pattinatrice di punta della Nazionale italiana, 16 volte campionessa del mondo in diverse specialità e Michele Maffei, schermidore vincitore di 10 medaglie ai campionati del mondo, attualmente dirigente sportivo.
Su come trattare l’infortunio sportivo sono intervenuti il presidente del congresso Siot, il professor Paolo Adravanti e il vicepresidente Giuseppe Porcellini, entrambi grandi esperti di traumatologia dello sport. Il professor Adravanti è docente a contratto al Campus Biomedico di Roma, già presidente Sigascot (Società italiana ginocchio artroscopia sport cartilagine tecnologie ortopediche), mentre il professor Porcellini è direttore della Scuola di specialità in Ortopedia e Traumatologia UniMoRe (Modena e Reggio Emilia).
“La scelta della tavola rotonda è legata all’interesse che suscita il mondo dello sport professionistico”, ha spiegato il professore Paolo Adravanti. “Negli sport di contatto sono frequenti le lesioni menisco-legamentose, meniscali e cartilaginee, calcio in primis e poi pallacanestro, rugby. Sono sport che possono creare movimenti distorsivi rotazionali del ginocchio. Una lesione multilegamentosa complessa, tipica degli sport ad alto impatto, come il football americano, potrebbe anche compromettere la carriera dell’atleta”.
“Per la buona riuscita dell’intervento è necessario che il chirurgo si occupi di biomeccanica e che segua lo sportivo anche dopo, interagendo con il fisioterapista, il preparatore atletico e l’allenatore. Non è importante solo il ritorno allo sport, ma il return to prior performance, vale a dire al livello sportivo precedente al trauma”, ha sottolineato il professore Giuseppe Porcellini. Guardando al passato, è cambiato l’approccio degli sportivi professionisti rispetto all’infortunio: “Oggi i professionisti mostrano agli ortopedici che li visitano le immagini della partita in cui è visibile il momento del trauma. In questo modo è possibile risalire a eventuali strutture lesionate. Succede con i calciatori, i giocatori di basket o volley, così come per i professionisti che partecipano alle gare del motomondiale”, ha concluso il professor Porcellini.
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