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Costruire sull’esperienza della pandemia la nuova sanità

di Mercedes Bresso
Ex Presidente della Regione Piemonte e Parlamentare Europea

L’e-health per funzionare al meglio dovrebbe esse­re accoppiata a un vero e proprio sistema di cure e ospedale a domicilio.

È quasi diventato un luogo comune dire che dal sofferto periodo del Covid-19 dovremo uscire con una più robusta medicina territoriale e di prevenzione. Per quanto mi riguarda lo penso da sempre e fu la mia amministrazione a metterla al centro del piano sanitario regionale, forse l’ultimo a essere stato approvato.

Prevedevamo allora la diffusione delle case della salute (strutture di prima accoglienza e cura) su tutto il territorio e in particolare nelle zone montane o meno popolate, per offrire in modo diffuso l’accesso a centri di diagnosi, cure specialistiche, laboratori. Coscienti che la debolezza dei medici di base e l’assenza di livelli intermedi di assistenza avrebbe portato sempre più persone a rivolgersi ai pronto soccorso, volevamo offrire un forte e strutturato punto di riferimento territoriale che compensasse la chiusura dei piccoli ospedali poco efficienti.

Siamo stati anche i primi a sviluppare una politica di finanziamenti per la medicina di gruppo per aiutare i medici di base a svolgere meglio il proprio lavoro in studi dotati delle strutture per le prime cure e analisi.
Tutto questo va ripreso per offrire sempre di più dei punti di riferimento per la prima presa in carico dei malati. Ma dall’esperienza del Covid-19 e degli altri paesi dobbiamo trarre altri suggerimenti: ad esempio provvedere ai nostri cittadini, al loro medico di base, al sistema ospedaliero, attraverso una migliorata tessera sanitaria, una possibilità di accesso online al loro dossier medico, accesso che essi potrebbero consentire anche da remoto a medici e strutture sanitarie qualora si trovassero all’estero o fuori regione.

Sempre tramite la tessera sanitaria i cittadini potrebbero anche avere accesso a una e-health per chiedere aiuto, inviare dati, rilevazioni, richieste, effettuare prenotazioni o ricevere aiuto e consigli, ricette, prescrizioni di esami.
L’e-health per funzionare al meglio dovrebbe essere accoppiata a un vero e proprio sistema di cure e ospedale a domicilio. Cure domiciliari e assistenza online si sono rivelati essenziali per evitare in periodo di pandemia la presenza fisica in ospedale con il connesso rischio di contaminazione, ma saranno sempre più indispensabili per assicurare il suivi dei malati cronici, delle persone anziane e, più in generale, di tutte le persone che hanno difficoltà di accesso, per ragioni di mobilità, distanza o tipo di attività alle strutture ospedaliere o ai laboratori. E per evitare code e perdite di tempo, oltre che costi elevati. Possono offrire anche nuove e interessanti attività per i lavoratori del settore medico, infermieristico, oltre che della fisioterapia.

Un piccolo paese come l’Estonia ha un eccellente sistema di e-health, come anche molti altri paesi nordici. Possiamo prendere esempio da loro e utilizzare al meglio i fondi del Recovery plan o del MES per realizzare rapidamente quello che a molti può sembrare un sogno.

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