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Formazione e ricerca gli strumenti per accogliere l’innovazione in sanità e le nuove sfide: ecco come si preparano le società scientifiche

Cernobbio, 14 febbraio 2023 – Nel bel mezzo di una dirompente innovazione diagnostica, terapeutica e gestionale che sta attravesando la sanità, qual è il ruolo delle società scientifiche? Al centro delle loro attività ci sono formazione e ricerca e dialogo con le istituzioni. Alle società scientifiche del resto viene riconosciuto un ruolo che ha una importanza crescente nelle società complesse in cui tecnologia e conoscenze svolgono un ruolo fondamentale

Si sono confrontati i massimi esponenti del mondo scietifico, come Gianluca Aimaretti, Presidente SIE – Società Italiana di Endocrinologia, Roberto Bortolotti, Consigliere Nazionale SIR – Società Italiana di Reumatologia, Francesco Dentali, Presidente Nazionale FADOI – Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti Medicina Interna in Italia, Paolo Fabbrini, Presidente SIN – Società Italiana Nefrologia Sezione Lombardia, Cinzia Finocchi, Presidente Eletto ANIRCEF, Coordinatore DMT Malattie Cerebrovascolari, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova e Marco Scatizzi, Presidente Associazione Chirurghi ospedalieri Italiani. Il palcoscenico è stato la Winter School 2024 di Motore Sanità, promossa in media partnership con Mondosanità, La Provincia, Eurocomunicazione, Askanews, Espansione Tv e Italpress.

Formazione, educazione e ricerca sono i principi cardini della Società italiana di Endocrinologia, come ha spiegato Gianluca Aimaretti, Presidente SIE. “La SIE per i propri associati partecipa e favorisce l’innovazione diagnostica, terapeutica e gestionale attraverso due linee di lavoro: a) la formazione e l’educazione che attraverso congressi, webinar, mediante il sito, newsletter e giornali scientifici eroga con costanza quasi quotidiana per un aggiornamento continuo; b) la ricerca clinica, di base e traslazionale che fa della disciplina Endocrinologia la terza in Italia per impatto di produzione scientifica e per key opinion leader a livello nazionale e internazionale”.

Secondo Francesco Dentali, Presidente Nazionale FADOI – Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti Medicina Interna in Italia, realtà che conta 5.000 soci e registra circa un milione di ricoveri all’anno, “bisogna andare verso una formazione nuova che deve tenere conto di quelli che saranno i sistemi che già adesso ci stanno aiutando e che nel futuro ci saranno. Crediamo molto nell’’innovazione in ambito formativo: ci vuole un’innovazione nel fare formazione e noi lo stiamo facendo attraverso diversi mezzi, per esempio utilizzando anche l’intelligenza artificiale. E poi ci sono delle innovazioni che FADOI sta portando avanti: innovazioni gestionali che in altri contesti europei o extraeuropei sono innovazioni già presenti”.

In rete con le altre società scientifche e le persone con malattia reumatologica, e poi ricerca e formazione: questa è la Società Italiana di Reumatologia (SIR), una società scientifica che raggruppa quasi 2000 iscritti: medici specialisti che si occupano di malattie reumatiche. La Reumatologia è una branca della medicina interna che comprende malattie molto diffuse, estremamente eterogenee, potenzialmente invalidanti, a patogenesi in molti casi autoimmune o immuno-mediata e a frequente coinvolgimento sistemico. “La SIR è parte attiva nel promuovere e diffondere lo sviluppo scientifico e la validazione terapeutica nei vari ambiti assistenziali – ha raccontatoRoberto Bortolotti, Consigliere Nazionale SIR -. Promuove l’attività di ricerca attraverso il Centro Studi SIR, sostiene borse di studio e attività formativa per giovani medici, collabora con la Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite (FIRA). Un ruolo importante per lo sviluppo e l’innovazione è anche quello di   poter interagire con altre società scientifiche, con le principali istituzioni che reggono la governance sanitaria senza perdere contatto con le istanze ed i bisogni delle persone malate rappresentate dalle associazioni dei pazienti

“La gestione di una malattia cronica ad altissimo costo sociale ed economico, come la malattia renale cronica, richiede una visione sul futuro che combini spirito di innovazione e realismo nei confronti delle risorse disponibili”. Queste le parole di Paolo Fabbrini, Presidente SIN – Società Italiana Nefrologia, Sezione Lombardia, che evidenzia comela gestione di una malattia cronica ad altissimo costo sociale ed economico, come la malattia renale cronica, richiede una visione sul futuro che combini spirito di innovazione e realismo nei confronti delle risorse disponibili. La Società scientifica ha il compito di aiutare ad indirizzare le energie e le risorse del sistema sanitario, stimolando la cultura della prevenzione ma anche sfide più ardue, come la domiciliarizzazione dei trattamenti dialitici e in maniera prioritaria, indurre politiche che stimolino la donazione di organi per ridurre i costi umani e sociali del trattamento dialitico”.

Ma ci sono altre importanti sfide da affrontare, secondo Cinzia Finocchi, Presidente Eletto ANIRCEF, Coordinatore DMT Malattie Cerebrovascolari, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova: “Accanto ai tradizionali compiti di difesa degli interessi professionali dei membri, di agevolazione degli scambi di informazioni, competenze e ricerche e di offerta di strumenti di formazione e  aggiornamento costante, sono cresciuti i compiti di formazione e informazione che riguardano la società civile, di riferimento e consulenza tecnica nei confronti dei decisori politici e di garanti delle competenze tecnico-scientifiche, ruolo che nel caso della stesura delle linee guida si traduce in raccomandazioni anche giuridicamente vincolanti”.

“Credo che l’impegno di una società scientifica debba essere quella di cercare di abbracciare l’innovazione in atto negli ambiti in cui opera ed è ciò che stiamo facendo, privilegiare la ricerca e proporre cultura, e a tale proposito abbiamo fondato una rivista scientifica e abbiamo una scuola nazionale di chirurgia che fornisce 12 corsi di alta formazione” così ha concluso Marco Scatizzi, Presidente Associazione Chirurghi ospedalieri Italiani, realtà italiana che conta 6.000 iscritti.

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