In Lombardia sono presenti due dei quattro centri italiani di riferimento europeo per il trattamento della malattia oculare tiroidea (TED). Riuniti a Milano ricercatori, specialisti ed istituzioni per accendere i fari su una patologia poco conosciuta che pone diverse sfide per la gestione ottimale dei pazienti.
Si è tornato a parare di malattia oculare tiroidea (Thyroid eye disease – TED), e l’occasione è stata il convegno che si è tenuto a Milano lo scorso 6 maggio. L’evento è stato organizzato da Motore Sanità.
La TED è una patologia complessa, autoimmune, che colpisce in modo prevalente le donne e può manifestarsi in concomitanza o indipendentemente da disfunzioni tiroidee. Questa malattia attacca i tessuti dell’orbita all’interno dell’occhio, portando a segni clinici e sintomi eterogenei che si combinano in diversi gradi di severità e che, nei casi estremi, esitano in una grave compromissione del nervo ottico e della funzione visiva, fino alla rottura della cornea e persino alla perdita della vista.
Stefania Bianchi Marzoli, Direttore del Servizio Neuroftalmologia ed Elettrofisiologia Oculare dell’Istituto Auxologico Italiano e responsabile del Servizio Consulenza Neuroftalmologica, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano, ha spiegato che “la TED non è solo una patologia localizzata né un semplice problema estetico: ha un impatto sistemico sulla qualità della vita e sulla funzionalità visiva, con importanti ricadute psicologiche e sociali” ha spiegato.
“Considerando il potenziale evolutivo verso forme gravi e croniche, è fondamentale un trattamento precoce e un approccio multidisciplinare – ha sottolineato -. In Italia la gestione della TED presenta ancora numerose criticità che ostacolano una diagnosi precoce, l’accesso a trattamenti adeguati e una qualità assistenziale uniforme. Sarebbe auspicabile sviluppare una rete di percorsi clinici dedicati in centri specializzati”.
La professoressa Bianchi Marzoli l’abbiamo ascoltata ai microfoni di Mondosanità.