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Medici e ferie: ospedali senza tregua, il 57% dei dottori salta i riposi settimanali

L’estate è il periodo delle vacanze anche per i medici, ma negli ospedali italiani, il relax estivo spesso si traduce in un intenso lavoro straordinario per garantire l’assistenza continua ai pazienti.

L’estate è il periodo delle vacanze anche per i medici, ma negli ospedali italiani, il relax estivo spesso si traduce in un intenso lavoro straordinario per garantire l’assistenza continua ai pazienti. Le carenze di personale diventano insostenibili durante i mesi estivi, quando circa un terzo dei medici va in ferie. Di conseguenza, molti professionisti della salute sono costretti a fare ore extra per coprire i turni notturni, e il 56,8% di loro addirittura salta i riposi settimanali.

Una survey condotta dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) in 206 Unità operative ospedaliere di medicina interna in tutte le regioni italiane, offre uno sguardo approfondito sulla situazione degli ospedali italiani durante il periodo estivo. Tuttavia, questa situazione non è limitata solo ai dipartimenti di medicina interna, ma coinvolge gran parte delle altre specialità mediche.

Il quadro delineato dalla survey rivela che gli ospedali non chiudono durante le ferie grazie ai sacrifici dei medici che lavorano straordinariamente per coprire la cronica carenza di personale. Nel periodo estivo, il 44,7% dei medici è obbligato a coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 28% è chiamato a garantire anche i turni nel pronto soccorso (con il 4,4% di loro coinvolto solo durante l’estate). Il numero di ore lavorate va dalle 12 alle 60 a settimana nel 56% degli ospedali, e nel 10,5% dei casi, supera addirittura le 90 ore.

Questa situazione ha un impatto significativo sulle medicine interne, che già soffrono di una carenza di personale rispetto alla complessità dei pazienti trattati. Il presidente della Fadoi, Francesco Dentali, sottolinea che i reparti di medicina interna, spesso classificati erroneamente come a “bassa intensità di cura”, si occupano in realtà di pazienti anziani con pluripatologie, assorbendo un notevole numero di ricoveri ospedalieri. Questa classificazione errata comporta una minore dotazione di risorse, sia in termini di tecnologie che di personale, e diventa ancora più critica durante l’estate quando il personale medico stesso usufruisce del periodo di riposo previsto dal contratto nazionale di lavoro.

Secondo l’indagine Fadoi, oltre il 91% dei medici usufruisce dei 15 giorni di ferie nel periodo estivo, il che comporta una riduzione degli organici in reparto che varia dal 21 al 50%. In alcuni casi, la carenza di personale raggiunge percentuali allarmanti.

Questa situazione mette a rischio l’assistenza sanitaria fornita ai pazienti, poiché un ridotto numero di medici deve affrontare una maggiore mole di lavoro, con inevitabili conseguenze sulla qualità delle cure e sulla gestione delle emergenze. È fondamentale affrontare e risolvere le carenze di organico nelle strutture ospedaliere per garantire un servizio sanitario efficiente e sicuro.

La cronica carenza di personale medico rappresenta una sfida che richiede azioni immediate da parte delle istituzioni sanitarie e dei decisori politici. Investimenti nella formazione di nuovi professionisti della salute, miglioramento delle condizioni lavorative dei medici, e strategie di reclutamento adeguatamente strutturate sono solo alcune delle soluzioni da adottare per garantire un sistema sanitario resiliente e all’altezza delle esigenze dei cittadini. Solo così si potrà assicurare una copertura adeguata durante le ferie estive, senza compromettere la qualità dell’assistenza medica.

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