“Il tempo è cervello”, un modo per dire che se si interviene tempestivamente si può salvare una persona colpita da ictus dalle terribili conseguenze di questa patologia cerebrovascolare. Lo sanno bene i neurologi, i neuroradiologi e chi lavora all’interno della rete dell’ictus, fatta di percorsi di prevenzione, diagnosi e cura e che in una regione come il Veneto si dimostra essere all’avanguardia.
Durante il convegno “Salute oltre la città. Soluzioni innovative per la sanità di montagna”, che si è tenuto il 10 maggio a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, evento organizzato da Motore Sanità e dall’Azienda Ulss 1 Dolomiti, il direttore dell’Unità operativa complessa di neuroradiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova Francesco Causin, ha presentato lo stato dell’arte della rete dell’ictus veneta, così giovane e all’avanguardia e in continua evoluzione per rispondere in modo efficace e tempestivo ai bisogni di cura dei pazienti
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