Un’indagine scientifica rivela la gravità del problema e la necessità di una risposta urgente.
Un recente studio approfondito ha fatto luce sulle persistenti sfide sanitarie poste dall’epatite B e C in Europa, rivelando l’incredibile cifra di 2,5 milioni di nuove infezioni ogni anno. Questi risultati sottolineano l’urgente necessità di sforzi sostenuti per combattere queste malattie e lavorare per la loro eliminazione.
Lo studio, condotto dagli esperti Paolo Cortesi e Lorenzo Mantovani, direttori del Centro di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (Cesp), dipinge un quadro che fa riflettere sulla prevalenza e sulle conseguenze delle infezioni da epatite B (Hbv) ed epatite C (Hcv). in tutto il continente. La ricerca stima che l’Europa sopporti un peso di 8,24 milioni di casi prevalenti di cirrosi correlata all’Hbv e di 11,87 milioni di casi di cirrosi correlata all’Hcv. Tragicamente, questo si traduce in quasi 25.000 decessi dovuti a cirrosi correlata all’Hbv e circa 37.000 decessi derivanti da cirrosi correlata all’Hcv. Inoltre, ci sono stati 9.000 decessi attribuiti a cancro al fegato correlato all’Hbv e 23.000 a cancro al fegato correlato all’Hcv.
Tuttavia, lo studio offre un barlume di speranza evidenziando un calo del carico di cirrosi e di infezioni acute da Hbv tra il 2010 e il 2019. In particolare, la cirrosi correlata all’Hbv ha mostrato una riduzione significativa della prevalenza del -20,6% e una diminuzione del tasso di mortalità del -33,19%. Allo stesso modo, le infezioni acute da Hbv hanno registrato una diminuzione dell’incidenza del -22,14% e un calo della mortalità del -33,27% durante questo periodo.
Nonostante queste tendenze incoraggianti, lo studio solleva anche preoccupazioni circa il plateau dei tassi standardizzati di incidenza, prevalenza, mortalità e anni di vita aggiustati per disabilità (Dalys) per il cancro al fegato correlato a Hbv e Hcv. Questa stagnazione si è verificata anche se il numero assoluto di casi continua ad aumentare, con un sostanziale aumento del +16,41% della prevalenza osservato negli ultimi dieci anni.
Paolo Cortesi e Lorenzo Mantovani sottolineano che questi risultati sottolineano gli oneri sanitari considerevoli e persistenti associati all’Hbv e all’Hcv in Europa. La loro valutazione suggerisce che l’ambizioso obiettivo di eliminare queste malattie entro il 2030 rimane un obiettivo lontano.
Le rivelazioni dello studio servono come un chiaro appello a rinnovati e intensificati sforzi per combattere l’epatite B e C in Europa. Sottolinea l’importanza di dare priorità alla prevenzione, alla diagnosi precoce e alle strategie di trattamento per ridurre l’incidenza della cirrosi e del cancro al fegato, salvaguardando in definitiva la salute e il benessere di milioni di persone in tutto il continente. Mentre l’Europa è alle prese con le continue sfide poste da queste infezioni virali, è imperativo che sia i governi che le organizzazioni sanitarie raddoppino il loro impegno nell’affrontare questo urgente problema di salute pubblica.
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