Intervista a Emanuele Monti, Presidente IX Commissione Sostenibilità Sociale, Casa e Salute della Regione Lombardia e Consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco AIFA
Oltre 224mila decessi all’anno, con una media di circa 600 morti al giorno, e più di un milione di pazienti ad alto rischio che in otto casi su dieci non raggiungono gli obiettivi di sicurezza stabiliti dalle linee guida internazionali: questi numeri evidenziano l’urgenza di una prevenzione efficace delle malattie cardiovascolari in Italia. Si stima che 47mila decessi potrebbero essere evitati con un semplice controllo della colesterolemia, mentre molte altre vite potrebbero essere salvate intervenendo su circa l’1% della popolazione affetta da ipercolesterolemia genetica che, se non trattata, presenta un alto rischio di morbilità e mortalità precoce (sotto i 50-55 anni).
Questi temi sono stati al centro dell’incontro organizzato da Motore Sanità in collaborazione con la Società Italiana Studi sull’Arteriosclerosi (SISA). L’evento ha coinvolto i principali esperti del settore in un dibattito che ha sottolineato la necessità di affrontare le malattie cardiovascolari con una visione sistemica, colmando il divario tra la velocità della ricerca, le evidenze scientifiche e la loro applicazione pratica nei processi assistenziali. Emanuele Monti, Presidente della IX Commissione Sostenibilità Sociale, Casa e Salute della Regione Lombardia e membro del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha spiegato: “Sicuramente lavorare sul tema della prevenzione e l’aggancio precoce, ma anche la gestione del paziente cronico che necessita di un percorso strutturato, è fondamentale. Già nel 2015, con la legge 23 e il libro bianco con Roberto Maroni, abbiamo iniziato a riformare il sistema regionale lombardo per offrire cure più vicine al cittadino, con la capacità di valutare gli esiti di cura e coinvolgere il terzo settore e le associazioni dei pazienti che hanno un ruolo centrale. Oggi c’è il grande tema dell’obesità e la necessità di intervenire con percorsi clinici per i pazienti. Su tutto questo, come Regione Lombardia, siamo al lavoro sia a livello regionale sia nazionale, portando il peso e l’esperienza della nostra regione in questi ambiti”.
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