Il ritorno all’essenza umana nel settore sanitario diventa fondamentale per recuperare il valore delle relazioni umane, che la tecnologia ha parzialmente messo in ombra.
La tecnologia ha portato a progressi straordinari in tutti gli aspetti della nostra vita, ma purtroppo ha anche comportato una diminuzione del ruolo centrale dell’essere umano. Oggi prestiamo attenzione quasi esclusivamente alle performance, ai numeri e ai bilanci, trascurando il benessere e l’umanità delle persone coinvolte. Questo è il monito che il sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato, ha lanciato durante il sesto meeting della Fondazione Casa Cardinale Maffi, dal titolo “Io non sono un algoritmo, il valore di una carezza”, tenutosi a Pisa.
Gemmato ha sottolineato l’impegno del governo nel sostenere la sanità pubblica, con un aumento del fondo che porterà a una cifra storica di 130 miliardi di euro nel 2023. Nonostante questi finanziamenti, il sottosegretario ha evidenziato che semplicemente investire denaro non garantisce un miglioramento delle performance del sistema sanitario. È quindi necessario cambiare approccio e modelli organizzativi.
La Fondazione Maffi ha presentato uno studio che ha calcolato il valore di una carezza, misurando la qualità del tempo dedicato dagli operatori sanitari all’assistenza. Secondo lo studio, dedicare più tempo e attenzione alla persona permette di metterla al centro delle decisioni. Il valore monetario di questa attenzione si aggira intorno agli 8 euro al giorno. Questo dimostra che non solo le risorse finanziarie, ma anche un approccio umano e attento sono fondamentali per un sistema sanitario efficace.
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