Su Nature on line viene descritto un nuovo approccio, apparentemente poco scientifico, per individuare il farmaco giusto per il paziente giusto: tentare la qualunque. Meno sofisticato della profilazione genomica del tumore, ma potrebbe addirittura funzionare meglio. La procedura però è costosa
La medicina di precisione nel trattamento del cancro potrebbe fare un passo avanti facendone uno indietro. Perché, apparentemente, il nuovo approccio che si sta sviluppando per individuare il farmaco giusto per il paziente giusto somiglia molto a “provarle tutte” e sperare che qualcosa funzioni. Una strategia non particolarmente elegante che generalmente viene disdegnata dagli scienziati. Il cambio di paradigma è evidente: piuttosto che analizzare il profilo genetico del tumore e, in base al risultato, scegliere la terapia più indicata, si procede per tentativi ed errori “bombardando” le cellule cancerose del paziente prelevate e coltivate in laboratorio con tutti i farmaci potenzialmente efficaci e si osserva “in diretta” quale funziona meglio.