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L’importanza della multidisciplinarità nelle cure delle stomie: ruolo cruciale dello stomaterapista e potenziamento della medicina territoriale

Intervista a Pierpaolo Sileri, Primario dell’Unità di Chirurgia Colorettale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Ordinario di chirurgia generale all’Università Vita-Salute San Raffaele

In occasione dell’evento “LA STOMIA, TRA CURA E SOSTEGNO ALLA PERSONA – Sinergie tra Professionisti e Pazienti“, Pierpaolo Sileri, Primario dell’Unità di Chirurgia Colorettale dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Ordinario di chirurgia generale all’Università Vita-Salute San Raffaele, ha sottolineato l’importanza della multidisciplinarità nel migliorare il trattamento dei pazienti in tutti gli ambiti, da quello chirurgico a quello oncologico. “Le decisioni sui pazienti devono essere condivise tra i vari operatori che ruotano attorno alla persona” – ha ribadito Sileri. “In merito alle stomie, che spesso derivano da interventi urgenti, è fondamentale la presenza dello stomaterapista, non solo al fianco del chirurgo ma anche prima dell’intervento, per spiegare al paziente cosa accadrà, di cosa avrà bisogno e per ridurre il trauma psicologico. La stomia, infatti, non è quasi mai ben accettata dal paziente se non ne comprende appieno il motivo. Questa multidisciplinarità consente un miglior dialogo con il paziente, una migliore individuazione della sede della stomia, un trattamento più efficace e un minor numero di complicanze. Le complicanze si riducono grazie a un buon lavoro svolto in ospedale e con un’ottima continuità di cura sul territorio. La collaborazione tra stomaterapista e chirurgo è essenziale in questo percorso. È evidente inoltre che la medicina territoriale deve essere potenziata. Questo potenziamento deve includere un continuo aggiornamento, vista la disponibilità di nuove apparecchiature e dispositivi e una maggiore indipendenza nella gestione dei pazienti. La popolazione sanitaria, composta da medici, infermieri e stomaterapisti, deve acquisire competenze sempre maggiori e sfruttare le tecnologie disponibili per migliorare la qualità delle cure”.

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