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Rischio cardiovascolare: lo stiamo valutando correttamente?

Intervista ad Alberico Catapano, Presidente SISA e Past president EAS

Le malattie cardiovascolari rappresentano una grave emergenza sanitaria in Italia, con oltre 224mila decessi all’anno e una media di circa 600 morti al giorno. Inoltre, più di un milione di pazienti ad alto rischio non riesce a raggiungere gli obiettivi di sicurezza stabiliti dalle linee guida internazionali. Questi dati sottolineano l’urgenza di una prevenzione efficace. Si stima che 47mila decessi potrebbero essere evitati con un semplice controllo della colesterolemia e che molte altre vite potrebbero essere salvate intervenendo su circa l’1% della popolazione affetta da ipercolesterolemia genetica, la quale, se non trattata, presenta un alto rischio di morbilità e mortalità precoce (sotto i 50-55 anni).

Questi temi sono stati al centro dell’incontro organizzato da Motore Sanità in collaborazione con la Società Italiana Studi sull’Arteriosclerosi (SISA). L’evento ha coinvolto i principali esperti del settore in un dibattito che ha sottolineato la necessità di affrontare le malattie cardiovascolari con una visione sistemica, colmando il divario tra la velocità della ricerca, le evidenze scientifiche e la loro applicazione pratica nei processi assistenziali.

Alberico Catapano, Presidente SISA e Past President EAS, ha spiegato: “La domanda che dobbiamo porci è: stiamo valutando correttamente il rischio cardiovascolare? Perché non lo stiamo facendo in realtà. Quello che stiamo facendo è seguire pedissequamente degli algoritmi basati sull’aspettativa di eventi e di vita a 10 anni. E questo inevitabilmente favorisce le persone anziane, che prima o poi avranno un evento o moriranno di una malattia cardiovascolare, la principale causa di morte nella nostra società. Questo significa che andiamo a concentrarci sulla prevenzione soprattutto per gli anziani. Purtroppo, quello che sfugge a molti, medici compresi, è che la prevenzione va fatta presto. Se noi trovassimo un modo per intervenire presto e moderare i fattori di rischio, come il colesterolo, potremmo ottenere risultati significativi. Una riduzione moderata dei livelli di colesterolo sin dall’età di 18 anni potrebbe portare nel tempo a una riduzione del 25% del rischio cardiovascolare. Questo risultato può essere raggiunto attraverso modifiche dello stile di vita, come un’alimentazione sana ed equilibrata e l’adozione di abitudini salutari. È essenziale che cominciamo a far capire alle persone l’importanza di bilanciare le calorie ingerite con quelle consumate per mantenere il proprio corpo sano. Accumulare calorie in eccesso porta all’accumulo di tessuto adiposo, che diventa un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari a causa dell’infiammazione che provoca. L’anticipazione della diagnosi è fondamentale: intervenire precocemente aumenta le possibilità di successo in termini di cura e prevenzione. Fortunatamente, oggi abbiamo a disposizione molte più armi, sia farmacologiche che non, per curare e prevenire le malattie cardiovascolari. In Italia, il sistema di accesso e rimborso per i farmaci innovativi è molto avanzato rispetto ad altri paesi europei, permettendo agli operatori sanitari di tradurre le evidenze scientifiche in pratica clinica”.

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