Spesso epidemia e pandemia con ben diverso significato, vengono usate impropriamente per indicare la stessa cosa quasi fossero intercambiabili, nonostante rappresentino due situazioni completamente diverse.
Si parla infatti di epidemia (“epi” che significa sopra e “demos” che significa popolo) nel caso di una malattia contagiosa che aumenta in breve tempo diffondendosi velocemente e coinvolgendo un numero elevato di persone all’interno di una zona più o meno vasta.
Le cause di un’epidemia possono essere diverse e non necessariamente legate ad un agente infettivo nuovo; si può verificare una nuova resistenza a quell’agente gia ben conosciuto ma che essendo divenuto resistente ai farmaci disponibili, presenta una maggiore difficoltà di cura. O può accadere, come nel caso del Coronavirus, che una popolazione si trovi di fronte ad un nuovo agente infettivo sconosiuto che sviluppa un’epidemia infettiva.
La pandemia (dal greco “pan” che significa tutto e “demos” che significa popolo) invece è una epidemia che si diffonde in vaste aree geografiche su scala globale colpendo gran parte della popolazione mondiale. Ovviamente il termine si applica solo a malattie che prevedono un contagio.
E’ stato codificato a livello internazionale che le tre condizioni attraverso cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiari la Pandemia sono:
- la comparsa di un nuovo agente patogeno;
- la capacità di tale agente di colpire gli umani;
- la capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio.
Questa definizione è molto criticata da molti esperti poiché non comprende in modo chiaro lo stato di gravità indotto dalla malattia. Dichiarare una pandemia infatti deve portare a restrizioni drastiche per i viaggi e il commercio, con impatto politico ed economico importante, che fa seguito al necessario isolamento delle prime regioni colpite. Al contempo dovrebbe stimolare tutti i paesi a prepararsi all’eventuale arrivo della malattia.
Così forse si può comprendere, ma assolutamente non giustificare, l’ostilità iniziale dei paesi colpiti per primi, nel denunciare la gravità della situazione, tendendo a minimizzarla o sottovalutarne l’impatto globale. Esattamente quello che parrebbe essere accaduto con Covid-19, quando la Cina è stata reticente nella corretta comunicazione di quanto stava accadendo.
Allo stesso tempo l’OMS come organizzazione planetaria di sanità, dovrebbe agire tempestivamente ponendo un controllo a questo atteggiamento prudenziale ed agire rapidamente nel comunicare la pericolosità della malattia, i rischi, le eventuali precauzioni da assumere, i protocolli terapeutici da mettere in atto. Ma anche questo purtroppo non sembra essere avvenuto durante questa pandemia, come anche recentemente ed in maniera molto polemica dichiarato dal pres. USA Donald Trump, che ha addirittura minacciato di sospendere gli ingenti finanziamenti a questo ente mondiale (di cui USA sono il principale finanziatore con una cifra di gran lunga superiore a quella stanziata dalla Cina) dichiarando che è una struttura troppo influenzata dalla Cina.