Dall’Umbria azioni e progetti virtuosi per diffonderne conoscenza e vantaggi, soprattutto tra le fasce più deboli
Perugia, 3 luglio 2024 – Corretta informazione ai cittadini da parte del medico di famiglia e del farmacista, convincimento “scientifico” dei medici prescrittori basato sulla formazione e sulla discussione nei luoghi appropriati e campagne di sensibilizzazione per sciogliere dubbi e resistenze sull’uso dei farmaciequivalenti: queste alcune delle principali chiamate all’azione per diffonderne la conoscenza e i vantaggi, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione, che sono emerse nell’evento ‘IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE – CALL TO ACTION’ – promosso a Perugia da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Teva. In regione Umbria gli stakeholder hanno discusso azioni concrete per aumentare l’uso dei farmaci equivalenti, riducendo i costi per i cittadini e migliorando l’accesso alle cure.
Il quadro nazionale, regionale e della provincia di Perugia
L’ultima analisi pubblicata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Osmed-Aifa 2022) documenta che in Italia si registra ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, risultando terz’ultima nel confronto con altri 9 Paesi analizzati (Austria, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Portogallo, Svezia e Spagna).Dati più recenti, confermano chequasi un cittadino su tre nutre ancora dubbi sul fatto che i farmaci equivalenti abbiano la stessa efficacia di quelli cosiddetti “di marca” e uno su cinque dichiara che il medico indica sul ricettario solo quest’ultima tipologia.Altri dati: nel 2023 i cittadini hanno versato di tasca propria 1.029 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il farmaco “brand” – più costoso – invece che il generico-equivalente – a minor costo – interamente rimborsato dal SSN. Inoltre, la spesa per la compartecipazione risulta generalmente più elevata nelle Regioni a basso reddito.
Relativamente ai dati disponibili gennaio-dicembre 2022, l’86,3% rispetto al totale delle unità di medicinali rimborsati dal SSN afferiscono all’area dei farmaci off-patent e di questi il 29.5% sono rappresentati da generici-equivalenti (Elaborazione Centro Studi Egualia su dati IQVIA). L’Umbria si colloca leggermente al di sotto della media italiana, subito dopo la Toscana e comunque migliore di altre regioni del Centro Italia. Per quanto riguarda il differenziale pagato dai cittadini umbri nel 2023, ammonta a 15.994.520 euro. C’è un dato positivo: nel 2024, la provincia di Perugia ha registrato una crescita significativa nell’uso dei farmaci equivalenti, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questa crescita, come ha dichiarato Chiara Calzoni, Vice Segretario FIMMG Perugia, è stata favorita da diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione mirate a informare i cittadini sui benefici dei farmaci equivalenti, sia in termini di efficacia che di risparmio economico. “I dati, confermati da vari rapporti e analisi pubblicati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e altre fonti locali che monitorano il consumo di farmaci, indicano che i cittadini perugini stanno adottando sempre più i farmaci equivalenti, riconosciuti per avere lo stesso principio attivo, forma farmaceutica e modalità di somministrazione dei farmaci di marca, ma a un costo inferiore, e che gli sforzi per promuovere l’adozione degli equivalenti stanno portando a un cambiamento positivo nelle abitudini di consumo dei perugini, contribuendo alla riduzione della spesa farmaceutica complessiva e migliorando l’accessibilità ai trattamenti”.
“Tra le iniziative che la Regione Umbria ha messo in campo per favorire la prescrizione di farmaci equivalenti – ha spiegato Luca Coletto, Assessore alla Salute e Politiche Sociali di Regione Umbria – è di fornire periodicamente ai medici prescrittori tabelle di confronto con i costi/terapia dei vari farmaci appartenenti alla stessa classe terapeutica, per orientare la prescrizione verso i farmaci che, a parità di efficacia e sicurezza, hanno un costo/terapia più vantaggioso per il Ssr. Purtroppo rispetto ai farmaci equivalenti – che se, da una parte, rappresentano un’opportunità per garantire la presenza sul mercato di validi strumenti terapeutici e, contestualmente, liberare risorse economiche da investire nei farmaci innovativi e, dall’altra, la loro disponibilità sul mercato nazionale permette, nella maggior parte delle situazioni di carenza, di garantire comunque ai cittadini l’accesso alle cure – c’è ancora molta mancanza di informazione e formazione; si tratta soprattutto di un problema culturale, quindi, in questo senso, è indispensabile fare formazione presso i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i farmacisti che sono in prima linea in questo importante percorso di educazione della cittadinanza”.
I cittadini umbri spendono in più per i farmaci “di marca” circa 15 milioni di euro l’anno
“La regione e l’Usl Umbria 1, per quanto riguarda il consumo dei farmaci equivalenti, si posizionano nella zona mediana, rispecchiando il quadro nazionale che vede il centro Italia messo meglio del Sud, ma non ai livelli del Nord” ha spiegatoAndrea Caprodossi, Responsabile del Servizio Farmaceutico dell’Usl Umbria 1, ricordando che i cittadini umbri spendono in più per i farmaci di marca circa 15 milioni di euro l’anno. “Sensibilizzare, informare e fare conoscere sono le azioni per ampliare la penetrazione del farmaco equivalente nel mercato. L’Usl Umbria 1 ha inviato a febbraio una circolare al fine di sensibilizzare i medici prescrittori e direttori di distretto sulla problematica”.
Le chiamate all’azione di FIMMG Perugia
Realizzare campagne di sensibilizzazione per informare i pazienti sull’efficacia, la sicurezza e i benefici economici dei farmaci equivalenti; organizzare corsi di aggiornamento e workshop per medici, farmacisti e altri professionisti sanitari, per aggiornarli sulle evidenze scientifiche relative ai farmaci equivalenti e incoraggiarli a prescriverli e raccomandarli; integrare le linee guida cliniche con raccomandazioni specifiche sull’uso di farmaci equivalenti, promuovendo la loro prescrizione come prima scelta nei casi appropriati e stabilire politiche che favoriscano la rimborsabilità degli equivalenti e incentivare economicamente i pazienti ad optare per questi farmaci, ad esempio attraverso la riduzione del co-pagamento. Secondo Chiara Calzoni, Vice Segretario FIMMG Perugia “implementando queste azioni in modo coordinato, è possibile aumentare significativamente la penetrazione dei farmaci equivalenti nel mercato, contribuendo a ridurre i costi sanitari e a garantire un accesso più ampio ai trattamenti per i pazienti”.
SIMG Umbria: dare informazioni chiare per aumentare la consapevolezza decisionale del paziente
Secondo Luca Tedeschi, Vice Segretario regionale SIMG, Regione Umbria, “il farmaco equivalente è una risorsa importante per garantire migliori cure. È necessaria, pertanto, una politica di sostegno culturale, centrata sulla corretta informazione ai cittadini, oltre che di convincimento “scientifico” dei medici prescrittori basato sulla formazione e sulla discussione nei luoghi appropriati”.
Il Vice Segretario regionale SIMG Umbria, ha ricordato che sono numerosi i fattori che influenzano la decisione di prescrivere un farmaco e la scelta del paziente nel preferire un prodotto generico rispetto ad una referenza brand: fattori culturali, informazione sulle modalità di produzione e registrazione, capillarità e continuità di distribuzione dei prodotti. “Occorre pertanto garantire una chiarezza di informazione che sia capace di aumentare la consapevolezza decisionale del paziente, in modo da consolidare la fiducia dei medici e dei consumatori nei confronti dei prodotti equivalenti. La SIMG da anni ha promosso il consumo dei farmaci equivalenti e ne promuove l’utilizzo in numerosi eventi congressuali ed extracongressuali, sottolineandone la sicurezza e l’efficacia, come risulta dai dati di bioequivalenza e equivalenza terapeutica (dati condivisi a livello internazionale). SIMG è da sempre impegnata a far sì che il medico di medicina generale impari a conoscerli e a utilizzarli al meglio, in quanto nella pratica clinica quotidiana è direttamente coinvolto per la peculiarità del rapporto medico-paziente intrinseco alla medicina di famiglia”.
Azioni chiave della farmacia dei servizi per la promozione degli equivalenti
Corretta comunicazione, erogazione di servizi e monitoraggio dell’aderenza alle terapie: queste sono le azioni chiave della farmacia dei servizi per la promozione degli equivalenti, secondo Filiberto Orlacchio, Presidente FOFI, Provincia di Perugia. “Per legge il farmacista deve informare il cittadino che il farmaco equivalente garantisce la stessa qualità e sicurezza dei farmaci originator. Inoltre, stiamo monitorando l’aderenza farmacologica delle principali tre patologie e un recente accordo promuove il deplistering, ossia la preparazione di confezioni personalizzate sulla base della terapia di ogni paziente e siamo l’unica regione che porta avanti questo tipo di attività, facilitando di molto l’uso degli equivalenti. Per quanto riguarda il convincimento del paziente, serve un lavoro di relazione più marcato per i soggetti più difficili, che passi dalla presa in carico del paziente e dal suo monitoraggio dei suoi valori clinici, così che anche il necessario switch farmacologico non sia motivo di mancata aderenza alla terapia e renda il paziente più motivato e convinto che l’equivalente ha la stessa efficacia dell’originator”.
E punta sul valore della comunicazione anche Giulio Lattanzi, Consigliere di Federfarma Perugia. “Per favorire la diffusione dei farmaci equivalenti occorre che istituzioni e protagonisti del mondo sanitario non si concentrino solamente sugli aspetti normativi, ma puntino decisamente sulla comunicazione offrendo un’informazione mirata e rivolte non solo ai pazienti, ma anche a soggetti prescrittori e farmacisti. “Federfarma desidera ricordare ai farmacisti l’importanza di sostenere i farmaci equivalenti, continuando a consigliarli al cittadino, evidenziandone i vantaggi. I farmacisti saranno sempre a proporre agli assistiti la possibilità di accedere ai farmaci di riferimento come previsto sin dal 2001. In questo modo, il farmacista ha l’occasione di ribadire al cittadino che può avere il medicinale di cui ha bisogno senza dover pagare la differenza di prezzo e con la garanzia, al contempo, della stessa efficacia terapeutica. Queste azioni contribuiscono a diffondere la conoscenza sugli equivalenti, specie nelle fasce sociali culturalmente meno consapevoli ed economicamente più deboli”.
“Occorre fare sistema tutti insieme, investendo sul farmaco equivalente – ha invitatoAlberto Giovanzana,Associate Director Government & Regional Affairs Teva Italia -. Come Teva stiamo lavorando a campagne informative, affinché ci sia una presa di posizione ulteriore rispetto alla presa di coscienza dei cittadini, ma molto possono e devono fare medici e farmacisti”.
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