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Il valore etico e sociale delle vaccinazioni: il messaggio del nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale

Il nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale, pubblicato ad agosto in Gazzetta Ufficiale, sottolinea il valore etico e sociale delle vaccinazioni; chiede che vengano garantiti la salute pubblica e le coperture stabilite; chiede un governo sulle vaccinazioni per assicurare omogeneità di offerta; che venga monitorato lo stato dell’arte dell’attività vaccinale e che si faccia sistema con tutti gli attori del territorio che hanno in carico il paziente fragile. 

Il nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale ha posto il focus importante sullo sviluppo di campagne vaccinali volte a ridurre la diffusione delle malattie prevenibili con vaccino; l’intento è quello ridurre l’incidenza delle malattie stesse ma una grande attenzione viene posta anche sulla riduzione degli esiti che tali malattie hanno sulla popolazione più fragile e sulla spesa sanitaria generale. 

Se n’è parlato all’evento “Percorso vaccinale per i malati cronici. Piano nazionale di prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – Piemonte”, organizzato da Motore Sanità, in cui si sono confrontati. 

Ecco cosa accade in Asl Città di Torino, presso l’Asl di Vercelli e di Cuneo. 

L’ASL Città di Torino da settembre 2022 ha attuato una modalità di erogazione innovativa: presso l’Hub vaccinale dell’ospedale San Giovanni Bosco, per la popolazione target (65-70aa) e fragile, è stato attivato l’accesso diretto per la vaccinazione per Herpes zoster e Pneumococco e contestualmente lo ha proposto anche ai cittadini convocati per la vaccinazione Covid. Nel corso della primavera 2023 e fino ad oggi si è anche provveduto a convocare gli aventi diritto per età o patologia attraverso lo storico modello della convocazione attraverso lettera, a cui è stato però affiancato un remind sms nei giorni precedenti la convocazione: il tasso di adesione si è attestato sul 18-20% ed è in fase di miglioramento da quando l’offerta è stata trasferita anche sull’Hub di Lingotto, favorendo la vicinanza al domicilio del cittadino. 

I risultati ottenuti da ASL Città di Torino sino al 30 giugno 2023 è di 40.281 dosi di anti Herpes zoster e 38.531 anti Pneumococco. Il dato ancora più significativo è che sono stati conclusi 14.720 cicli anti Herpes e 13.910 anti Pneumococco, questo significa che è stata posta una grande attenzione nella gestione delle convocazioni per le dosi successive al fine di non rendere vano il lavoro svolto. 

L’Asl di Vercelli con il SISP ha cercato di superare le diverse criticità legate alle disomogeneità territoriali, alla difficoltà di tradurre nella pratica le indicazioni teoriche, i dovuti rapporti con i medici di medicina generale creando sinergie fra le diverse figure professionali, coinvolgendo tramite le riunioni di équipe i medici di medicina generale, proponendo l’offerta vaccinale contestuale al trattamento delle patologie croniche (diabete, insufficienza renale cronica, malattie reumatiche…). A queste azioni si sono affiancate quelle relative all’implementazione dei sistemi gestionali della Asl e promuovendo una più stretta collaborazione fra ospedale e territorio con il progetto “Ospedale che vaccina”.

Nell’ASL CN2 si è sperimentato un modello di organizzazione delle vaccinazioni rivolte ai pazienti cronici che raggiunge sia i soggetti in RSA/RAF, sia i pazienti cronici e fragili residenti al proprio domicilio. Per quanto riguarda i pazienti ospiti di strutture (RSA e RAF), le possibilità sono tre: il vaccinatore è il direttore sanitario della struttura che impiega così le proprie risorse di personale; il vaccinatore è il medico di medicina generale che accede alla struttura per vaccinare i propri pazienti; il vaccinatore è il medico del distretto sanitario dell’ASL che va a “coprire” le vaccinazioni mancanti prendendo accordi sia con i direttori delle RSA/RAF che con i medici di famiglia che hanno assistiti nelle strutture, ma che per ragioni di tempi e logistica non hanno modo di vaccinare. Questo modello ha permesso di raggiungere, nelle strutture RSA e RAF, coperture vaccinali pari al 99% per Covid, 72% per Herpes zoster, 96% per influenza e 76% per Pneumococco.

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