Il cambiamento climatico e la diffusione globale delle malattie tropicali neglette pongono un nuovo pericolo per il nostro Paese.
Le malattie tropicali neglette (NTDs) sono un gruppo di patologie a carattere infettivo causate da virus, batteri, funghi e tossine che colpiscono principalmente le popolazioni delle aree tropicali e subtropicali del mondo. Queste malattie, spesso ignorate a livello globale, sono una delle principali cause di mortalità nelle regioni più povere, contribuendo a mantenere alte le disuguaglianze sanitarie. Malaria, Dengue, Zika e Chikungunya sono solo alcune delle malattie che appartengono a questo gruppo e che, nonostante gli sforzi per ridurne la diffusione, continuano a rappresentare una grave minaccia.
L’impatto globale e la lotta dell’OMS
Le NTDs colpiscono attualmente circa 1.7 miliardi di persone nel mondo, causando sofferenza, decessi e cicli di povertà che perpetuano le disuguaglianze. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato una road map per eliminare queste malattie entro il 2030, fissando obiettivi ambiziosi per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione. Nonostante le difficoltà legate a finanziamenti limitati e alle interruzioni causate dalla pandemia di Covid-19, i progressi sono tangibili: sono stati eliminati alcuni casi di malattie tropicali neglette in 54 Paesi su 100, con un impatto positivo su oltre 600 milioni di persone, grazie a politiche internazionali di salute pubblica. Questo ha permesso di ridurre del 25% rispetto a 15 anni fa il numero di persone che necessitano di cure per queste malattie, ma l’obiettivo di ridurre le infezioni globali del 90% entro il 2030 è ancora lontano.
Dengue e Chikungunya sono una minaccia reale
Anche in Italia, le malattie tropicali neglette stanno iniziando a rappresentare un rischio crescente. La Dengue, in particolare, sta mostrando segnali preoccupanti, con il 2024 che ha visto il numero record di casi di Dengue autoctona nel nostro Paese. Sebbene la zanzara tigre, vettore principale di questa malattia, sia presente in Italia dal 1990, negli ultimi anni le temperature più alte hanno facilitato la sua proliferazione, portando alla diffusione di epidemie locali, soprattutto nelle zone del Centro-Nord. Nel 2024, sono stati registrati 213 casi autoctoni di Dengue e 474 importati, con focolai significativi nelle Marche e in Emilia-Romagna. Le previsioni indicano che l’aumento delle temperature globali, legato ai cambiamenti climatici, favorirà ulteriormente la diffusione di malattie come la Dengue, ma anche Chikungunya e altre malattie tropicali. Queste patologie, purtroppo, non sono più confinabili nelle regioni tradizionalmente endemiche, ma stanno diventando una minaccia concreta anche in Europa.
Occorre intensificare la ricerca
La Dengue si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza, come febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e una caratteristica dolore intenso dietro gli occhi. Sebbene la maggior parte dei casi sia asintomatica o si risolva con cure sintomatiche, in alcuni casi la malattia può evolvere in una forma emorragica, potenzialmente letale. Purtroppo, non esiste un trattamento farmacologico specifico per la Dengue e, sebbene sia stato introdotto un vaccino nel 2023, è destinato principalmente ai viaggiatori in zone ad alto rischio. Federico Gobbi, esperto del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, sottolinea che i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature sono fattori determinanti nel favorire la diffusione di queste malattie. Per ridurre il rischio, è fondamentale intensificare la ricerca su nuovi farmaci e vaccini, rafforzare il sistema di sorveglianza e sensibilizzare la popolazione riguardo alle NTDs.
Il ruolo della prevenzione
Una parte cruciale della lotta contro le malattie tropicali neglette riguarda il monitoraggio e la diagnosi tempestiva. In Italia, il Veneto è stato un pioniere nel monitoraggio delle NTDs, grazie a un sistema di sorveglianza attivo dal 2010 che ha permesso di individuare rapidamente i casi di Dengue e altre malattie. Gli esperti raccomandano che chi rientra da viaggi in aree tropicali con febbre o altri sintomi sospetti si rechi immediatamente al pronto soccorso dove i medici, in caso di diagnosi positiva, possano attivare le autorità sanitarie locali e prevenire la diffusione dell’infezione. Inoltre, l’aumento della consapevolezza tra la popolazione è fondamentale per limitare la diffusione delle malattie. La prevenzione del rischio di diffusione, attraverso la riduzione dei focolai di zanzare e la protezione da punture, è altrettanto importante per ridurre l’incidenza di NTDs nei Paesi in cui queste malattie sono ormai diventate endemiche.