È una giornata di riflessione, di celebrazione e di richiesta di attenzione quella che si è celebrata oggi in tutto il mondo nella ricorrenza della Giornata internazionale dell’Ostetrica. Lo slogan scelto dall’International Confederation of Midwives per questa edizione è perentorio: “Ostetriche: fondamentali in ogni crisi”. Un messaggio che arriva in Italia, dove la Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica (Fnopo) ha scelto di rimarcare il valore imprescindibile di questa figura professionale, specialmente nelle aree di crisi.
Dal 1991, data di istituzione della prima Giornata internazionale dell’Ostetrica, questa ricorrenza si propone di evidenziare il ruolo cruciale di professioniste che accompagnano, sostengono e tutelano la salute di donne e neonati in tutte le fasi della vita riproduttiva. La scelta di quest’anno, però, assume un significato ancora più pregnante, in un contesto mondiale segnato da crisi di varia natura: catastrofi naturali, cambiamenti climatici, pandemie e conflitti armati provocano disastri umanitari di portata crescente.
A rilanciare con forza questo messaggio è la presidente della Fnopo, Silvia Vaccari. In una lettera inviata ai vertici della Protezione civile, della Croce Rossa Italiana e di numerose associazioni umanitarie, la Federazione chiede un passo decisivo: l’inclusione piena del personale ostetrico nei piani di risposta alle emergenze. Un appello che si basa su dati e considerazioni di assoluta evidenza. “In questi anni, il mondo affronta un aumento esponenziale di crisi umanitarie causate da catastrofi naturali, cambiamenti climatici, pandemie e conflitti provocati dall’uomo” – dichiara la presidente Vaccari – “In tali contesti, donne, ragazze e bambini sono tra i soggetti più vulnerabili, esposti a gravi rischi di violenza sessuale e di genere, gravidanze indesiderate, matrimoni precoci e forzati”. La presenza di ostetriche, sottolinea la presidente, è fondamentale per garantire la tutela e il supporto di queste categorie, spesso dimenticate o trascurate nelle situazioni di crisi.
Nonostante la loro capacità di garantire fino al 90% dei servizi essenziali legati alla salute sessuale, riproduttiva, materna e neonatale, le ostetriche sono ancora troppo spesso escluse dai piani di intervento nelle emergenze. Questa discrepanza tra competenze e riconoscimento si traduce in un vuoto che può avere conseguenze drammatiche per le donne e i neonati più vulnerabili.
La Giornata internazionale dell’Ostetrica rappresenta un momento di festa, ma anche di forte impegno sociale. In Italia, numerose iniziative sono in programma in diverse città per sensibilizzare sulla importanza di questa figura professionale. Da Terni a Ferrara, da Genova a Torino, eventi di formazione, incontri, visite guidate e sessioni informative sono stati organizzati per avvicinare cittadini e future mamme alla realtà delle ostetriche. Ad esempio, a Crema l’Asst ha predisposto visite guidate alla sala travaglio dell’Ospedale Maggiore, con l’obiettivo di far conoscere da vicino il lavoro di queste professioniste alle future mamme. Ad Andria, invece, l’ospedale Bonomo ha programmato incontri informativi e visite dedicate alle donne in gravidanza, per rafforzare il legame tra le ostetriche e le donne che si preparano ad accogliere una nuova vita.
L’emergenza sanitaria globale e le recenti calamità hanno messo in luce la necessità di un ripensamento complessivo sul ruolo delle ostetriche. Non più solo figure di supporto durante il parto, ma professioniste impegnate a tutto tondo nella tutela della salute materna e neonatale, nonché dei diritti delle donne in situazioni di vulnerabilità.
“Le ostetriche sono fondamentali in ogni crisi” – ribadisce Silvia Vaccari – e questa giornata è un’occasione per ricordare che investire sulla formazione, sul riconoscimento e sulla presenza stabile di queste professioniste nei sistemi di emergenza significa tutelare la vita e la dignità di milioni di donne e bambini nel mondo.
L’ostetrica si prende cura della salute sessuale e riproduttiva delle donne in tutte le fasi della vita, dalla pubertà alla menopausa, e durante il periodo più delicato e importante, la gravidanza, il parto e il postpartum. La sua attività si estende anche alla prevenzione, all’educazione alla salute, alla gestione di problematiche di natura ginecologica e alla promozione del benessere psico-fisico della donna. In molte realtà, le ostetriche sono anche il primo punto di riferimento per le donne durante il ciclo riproduttivo, offrendo consulenza, supporto emotivo e assistenza durante le visite di controllo e le pratiche di pianificazione familiare. In situazioni di crisi, come le emergenze umanitarie o le calamità naturali, la loro presenza si rivela ancora più strategica: garantiscono servizi essenziali legati alla salute materna e neonatale, spesso in contesti complessi e vulnerabili.
Competenze e responsabilità
Le competenze di un’ostetrica sono molteplici e altamente specializzate. Tra queste:
Assistenza al parto: gestione del travaglio, monitoraggio del benessere fetale e materno, assistenza al parto naturale e, in alcuni casi, anche a quello cesareo.
Cura della donna durante la gravidanza: controlli di routine, valutazione dello stato di salute, supporto psicologico e educazione alla nascita.
Postpartum e puerperio: assistenza alla madre e al neonato nelle prime settimane di vita, supporto all’allattamento, gestione delle problematiche post-partum.
Salute sessuale e riproduttiva: consulenza sulla pianificazione familiare, screening ginecologici, prevenzione e gestione delle infezioni sessualmente trasmesse.
Interventi di emergenza: capacità di intervenire prontamente in situazioni di crisi, garantendo assistenza medica e supporto psicologico.
Oltre alle competenze cliniche, le ostetriche devono possedere doti di comunicazione, empatia e capacità di lavorare in team multidisciplinari, spesso in condizioni di forte stress o in ambienti poco idonei.
Percorso di studi
Per intraprendere questa professione, è necessario seguire un percorso di formazione articolato e rigoroso, che comprende:
Formazione di base: il corso di laurea in Ostetricia, riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, ha una durata di tre anni (o cinque anni accademici, a seconda dell’ordinamento). Questo percorso permette di acquisire le conoscenze teoriche e pratiche fondamentali, attraverso lezioni frontali, attività di laboratorio e tirocinio clinico in ospedale e strutture sanitarie territoriali.
Tirocinio e formazione pratica: una parte consistente degli studi è dedicata all’esperienza sul campo, che consente agli studenti di confrontarsi con situazioni reali, sviluppare competenze pratiche e affinare empatia e comunicazione con le pazienti.
Esame di stato: al termine del percorso accademico, è necessario superare l’esame di abilitazione professionale, che consente di iscriversi all’Albo degli Ostetrici e di esercitare ufficialmente la professione.
Formazione continua: una volta abilitati, gli ostetrici devono mantenere aggiornate le proprie competenze attraverso corsi di formazione, workshop e partecipazione a congressi, per rimanere al passo con le innovazioni scientifiche e le linee guida internazionali.
La figura dell’ostetrica nel contesto sanitario e sociale
Le ostetriche rappresentano un elemento chiave nei sistemi di assistenza materno-infantile, contribuendo alla riduzione della mortalità materna e neonatale e promuovendo pratiche di parto rispettose e sostenibili. La loro presenza è fondamentale anche nelle campagne di educazione alla salute e alla prevenzione.