Lunghe attese e scarsa consapevolezza: il dramma dei pazienti con dolore cronico in Italia
In Italia, una rilevante percentuale di pazienti affetti da dolore cronico è costretta ad affrontare un calvario di attese prima di ricevere una diagnosi corretta. Secondo i dati emersi da un’indagine web promossa da ‘Dimensione sollievo – al centro del dolore cronico’, la prima community italiana dedicata al dolore cronico, quasi il 40% dei pazienti attende almeno cinque anni prima di ottenere una diagnosi accurata. Questa situazione, sebbene abbia un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti, è spesso aggravata dalla scarsa conoscenza dei propri diritti e dei servizi disponibili per gestire questa condizione che, nel 41% dei casi, si prolunga per oltre dieci anni.
L’indagine, condotta dalla comunità digitale ‘Dimensione sollievo’ in collaborazione con Vmly&R Health, ha rivelato una realtà preoccupante che colpisce molti italiani che soffrono di dolore cronico. Questa community, nata nel 2020 da un’iniziativa Grünenthal, ha l’obiettivo di fornire informazioni affidabili e servizi dedicati ai pazienti e ai loro caregiver.
Laura Premoli, General Manager di Grünenthal Italia, sottolinea l’importanza di informare e supportare i pazienti con dolore cronico: “I pazienti in Italia possono attendere anni prima di ricevere una diagnosi corretta e impostare terapie adeguate, e i loro stessi bisogni sono spesso inascoltati. In tutte le fasi di gestione della patologia risulta rilevante la necessità di informarsi, confrontarsi e identificare dei punti di riferimento specifici.”
L’indagine ha rivelato che il dolore cronico ha un impatto negativo sulla qualità di vita del 96% dei pazienti, influenzando aspetti chiave come la cura di sé stessi, le relazioni con i propri cari, la mobilità, l’attività fisica e la sfera lavorativa. In particolare, il 53% dei pazienti ha segnalato una qualità del sonno compromessa, mentre il 67% ha dichiarato problemi nell’umore.
La durata della condizione di dolore cronico è un aspetto significativo, con il 41% dei pazienti che riporta di soffrire da più di 10 anni, mentre per il 33% si tratta di un periodo che va da 1 a 5 anni. Tuttavia, solo il 32% degli intervistati ha ricevuto una diagnosi entro un anno, mentre il 29% deve aspettare più di 5 anni, e addirittura il 5% ha dovuto attendere un decennio per una diagnosi definitiva.
Nonostante la legge 38 preveda diritti e servizi dedicati ai pazienti con dolore cronico, oltre il 55% degli intervistati non si è rivolto a tali centri specializzati per la gestione del dolore, e solo il 15% afferma di conoscere bene i diritti previsti da questa normativa.
Questi dati sottolineano l’urgente necessità di migliorare l’informazione, la sensibilizzazione e l’accesso a servizi adeguati per i pazienti affetti da dolore cronico in Italia, affinché possano ricevere diagnosi tempestive e terapie adeguate. Laura Premoli conclude: “I numeri ci danno infatti una dimensione del problema e rappresentano le storie delle persone che vivono questa cronicità, che non possono restare inascoltate o non riconosciute.”
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