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Nuovi antibiotici, perché servono e come nascono

Perchè servono nuovi antibiotici? I nostri organismi sono sempre più assuefatti agli antibiotici esistenti. Questo in parte accade per colpa nostra, perché spesso faccio un uso sbagliato di questi medicinali assumendoli in modo erroneo e soprattutto quando non vi è realmente bisogno.

Gli antibiotici infatti, vanno usati solo dietro prescrizione medica, quando vi è realmente bisogno di prenderli e non per ogni sintomo leggero.

L’unica soluzione è la creazione di nuovi antibiotici, ma non si tratta di un processo rapido, semplice ed economico. Partiamo dalle tempistiche. Se pensavate che fosse la creazione di un antibiotico avvenga in un battito di ciglia vi sbagliate alla grande. Possono volerci tra gli otto e gli undici anni perché ciò avvenga. I passaggi della nascita di un antibiotico sono la scoperta, lo sviluppo clinico, la commercializzazione. I costi di investimento sono poi altissimi perché sono di svariati milioni di euro.

Bisogna inoltre sottolineare che non sempre i nuovi antibiotici che mostrano dei risultati ottimali in vitro ripropongono lo stesso risultato efficace al di fuori del laboratorio. Restano però l’arma più efficace che al momento possiamo mettere in campo contro l’antimicrobico resistenza.

Un grande problema dei nuovi antibiotici, che va a impattare sulla vita dei pazienti è la loro prescrizione. Al momento infatti la prescrizione di tali farmaci è di competenza specialistica (infettivologo od altro specialista identificato dal CIO). Sarebbe utile, se non necessario, che si superasse in tempi brevi questo ostacolo.

Antimicrobico resistenza e Covid

Nell’ultimo anno e mezzo il fenomeno dell’antimicrobico resistenza si è ulteriormente allargato. E ovviamente il responsabile è il Covid 19. I pazienti Covid-19, soprattutto per i pazienti lungodegenti in rianimazione, sono sottoposto a un maggiore rischio di sviluppare infezioni. Rispetto al Covid-19, l’antimicrobico resistenza è una pandemia continua, silente ma annunciata ormai da anni e che richiede, per essere affrontata, impegno comune e azioni concrete non più rimandabili.

Bisogna infatti fare di tutto per evitare le morti che ogni anno si susseguono. Se pur è fondamentale utilizzare al meglio le buone pratiche di igiene per evitare il rischio di contrarre le infezioni questo purtroppo non basta. I numeri parlano infatti chiaro: solo il 30-50% delle infezioni è prevenibile tramite buone pratiche.

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