Cure territoriali e medicinali erogati in farmacia: ecco di cosa ha bisogno il malato cronico.
Coinvolgere tutti gli attori della filiera nelle regioni del Nord-Est, benchmark in sanità, per promuovere azioni di cambiamento e nuovi modelli organizzativi sulla dispensazione delle cure sempre più sicure, razionali e vicine ai bisogni del cittadino. Obiettivo questo del tavolo di lavoro “INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE”, organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Sanofi.
67 MILIARDI LA SPESA SANITARIA
Di fronte al fenomeno della cronicità, di cui secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane soffre il 40% della popolazione italiana – sono 24 milioni gli italiani con una patologia cronica per una spesa sanitaria che sfiora i 67 miliardi di euro – emerge la necessità di una rinnovata modalità di approvvigionamento delle terapie per i pazienti cronici, problema che la pandemia ha evidenziato ulteriormente. Questa attività, che potrebbe essere delegabile al territorio, richiede una rapida revisione dei percorsi, consapevoli che si sta entrando in una nuova era che passa dalla distribuzione diretta del farmaco (DD), alla distribuzione per conto (DPC), per arrivare alla home delivery attraverso nuove modalità. Le regioni del Triveneto hanno molto creduto e da anni, alla distribuzione per conto.
QUALCHE RIFLESSIONE SUL TEMA DISTRIBUZIONE DEI FARMACI
I dati della Regione Veneto, forniti dalla Direzione Farmaceutico-protesica-dispositivi medici, sono significativi: emerge che nel 2019 le farmacie hanno distribuito con questo sistema 3,5milioni di confezioni e 5milioni nel 2022. Sul piano dei costi, le aziende sanitarie hanno sostenuto una spesa di 25,5 milioni di euro nel 2019 e 35milioni di euro nel 2022, con una stima di spesa nel 2025 di 48milioni di euro. “Il servizio di distribuzione per conto ha incontrato il favore di molti concittadini che preferiscono andare nella farmacia sotto casa a ritirare un farmaco, piuttosto fare chilometri e andarlo a ritirare in ospedale”, ha spiegato Giovanna Scroccaro, Direttore della Direzione Farmaceutico-protesica-dispositivi medici dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto. È evidente che sempre più farmaci vengono classificati da AIFA nella classe APHT cioè da erogare secondo forme distributive che garantiscono uno specifico monitoraggio dei consumi e la presa in carico e la continuità assistenziale ospedale-territorio, e sempre di più crescono le file dei pazienti cronici che necessitano di terapie. Per questo penso sia il momento di fare una riflessione sul tema della distribuzione dei farmaci e anche di fare delle proposte di cambiamento, perché il Covid ci ha insegnato che è necessario essere di maggiore prossimità rispetto al cittadino e quindi anche i nostri attuali modelli distributivi dei farmaci necessitano di essere cambiati”.
LA SEMPLIFICAZIONE È UN’URGENZA
“È vero che c’è stata una concezione della sanità troppo ospedalo-centrica, ora bisogna trovare il baricentro corretto in sanità, nel rapporto tra sistema sanitario e cittadino che, però, non esiste nel PNRR ed è un peccato che nella scrittura del piano non siano stati coinvolti coloro che operano sul territorio. Per questo è importante il confronto” ha sottolineato Valerio Di Giannantonio, Segretario provinciale FIMMG- Federazione italiana Medici di famiglia di Trento, che ha messo in evidenza anche i bisogni principali della medicina generale, oggi: “La semplificazione è una urgenza: serve semplificare i processi in cui non c’è bisogno dell’intervento professionale del medico, serve ridurre le procedure burocratiche a basso valore aggiunto. È una urgenza inoltre rendere più attrattiva la nostra professione perché c’è l’immagine di una professione sempre più dura e con poco tempo per sé e per la propria famiglia”.
MENO BUROCRAZIA
Formazione, interoperabilità dei sistemi e condivisione dei problemi legati alla cronicità da parte di tutti gli attori del sistema: questi gli aspetti chiave che ha evidenziato Silvia Tonolo, Presidente ANMAR-Associazione nazionale malati reumatici. “Inoltre serve meno burocrazia, che uccide il servizio sanitario, e soprattutto serve più condivisione con il paziente, che ha bisogno soprattutto di un servizio sanitario a misura di cronicità. Dobbiamo abbattere i silos di spesa, forte criticità dell’attuale sistema assistenziale, dobbiamo cioè cercare di mettere tutto in un grande contenitore e ragionare dove è il costo sociale e dov’è quello sanitario (ospedale, territorio, farmaci, etc.) e cercare anche di raccogliere quei dati che il paziente cronico può condividere solo con il medico di medicina generale. Infine, serve implementare il fascicolo sanitario elettronico che deve essere condiviso. L’auspicio è che le Regioni possano contenere i tetti di spesa, considerino il vissuto del paziente e si confrontino con le associazioni pazienti perché queste possono dare un supporto sicuramente operativo e progettuale”.
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