Le donne e gli uomini italiani dimostrano una discreta consapevolezza rispetto ai temi concernenti la salute del seno. Tuttavia, c’è ancora spazio per sensibilizzare quella parte della popolazione che per diverse ragioni non è stata ancora raggiunta da una adeguata comunicazione.
Non mancano zone d’ombra tanto che le pazienti e i pazienti, che convivono con un tumore della mammella, rivendicano maggiori spiegazioni al momento di ricevere la diagnosi, la presenza di un team multidisciplinare per un approccio integrato che consenta la presa in carico globale della persona, il supporto psicologico, più tempo per i colloqui con i medici curanti, facilitazioni dei percorsi per effettuare i controlli e maggiori informazioni sulla malattia e sui centri di riferimento dotati di Unità senologiche. Soddisfacente l’adesione allo screening mammografico offerto gratuitamente dal SSN e all’autopalpazione delle mammelle. Molto resta da fare, invece, per rendere accessibili a tutti i pazienti i test genetici, che al momento sono offerti a meno di 1 paziente su 2.
È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sul tumore della mammella condotta nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto”, promossa dalle 45 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha voluto indagare le esperienze e le esigenze delle pazienti e dei pazienti durante il percorso di cura per portare all’attenzione delle Istituzioni eventuali disagi, bisogni non soddisfatti e proposte per trovare soluzioni adeguate.
I dati dell’indagine sono stati presentati ieri durante una diretta Facebook, un nuovo appuntamento di una serie di incontri sul web nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto”, che ha avuto come focus proprio i tumori della mammella.
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