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Reggiseni sportivi: quando il massimo supporto diventa un rischio per la schiena

Un contenimento eccessivo può alterare l’equilibrio del corpo e affaticare la colonna vertebrale

Un team della School of Sport, Health and Exercise Science dell’Università di Portsmouth ha pubblicato sull’European Journal of Sport Science uno studio che indaga come diversi livelli di supporto del reggiseno influenzino le forze esercitate sulla colonna vertebrale durante la corsa. La ricerca, guidata da Chris Mills, si colloca nella linea di studi del Research Group in Breast Health, attivo dal 2005.

Per analizzare il fenomeno, le autrici e gli autori hanno utilizzato motion capture, piattaforme di forza e uno scanner 3D di superficie, elementi integrati in un modello muscoloscheletrico femminile personalizzato. Il modello comprendeva una colonna toraco-lombare articolata e giunzioni “scorrevoli” fra seno e torace, consentendo di simulare con precisione il movimento del seno e l’eventuale eliminazione del rimbalzo. 

I dati mostrano che, rispetto a un reggiseno quotidiano e alla condizione senza reggiseno, il reggiseno sportivo ad alto sostegno riduce l’oscillazione mammaria ma aumenta i momenti estensori lombari di oltre 0,05 Nm/kg. In una simulazione estrema che azzera completamente il rimbalzo, l’incremento dei momenti spinali risulta ancora maggiore, suggerendo un potenziale sovraccarico delle strutture vertebrali. 

Secondo l’articolo di sintesi diffuso dall’università, gli autori sottolineano che il contenimento del movimento del seno rimane fondamentale per ridurre dolore e fastidio, ma avvertono che la ricerca del “bounce reduction” totale può spostare parte del carico meccanico sui muscoli stabilizzatori della colonna. Tale redistribuzione, se protratta, potrebbe favorire l’insorgenza di lombalgia in soggetti predisposti.

Lo studio si inserisce in un programma ventennale che ha già valutato oltre 700 modelli di reggiseno su più di 8 000 donne. Questa banca dati consente di contestualizzare i risultati odierni all’interno di un panorama in cui l’industria continua a privilegiare la massima riduzione di fluttuazione come indicatore di performance. 

Nella pratica commerciale, i reggiseni sportivi vengono classificati in tre fasce d’impatto – basso, medio e alto – in funzione sia dell’intensità dell’attività sia della taglia della persona che li indossa. Le guide di vendita raccomandano modelli ad alto impatto per discipline come la corsa, tenendo conto che il supporto necessario cresce con la misura del seno.

Allo stesso tempo, ricerche precedenti indicano che un supporto elevato può migliorare l’economia di corsa, riducendo il consumo di ossigeno di circa il 7 % rispetto a un supporto ridotto. Ciò suggerisce l’esistenza di un equilibrio tra benefici prestazionali e possibili effetti collaterali muscolo-scheletrici, equilibrio che il nuovo studio contribuisce a definire. 

Gli autori riconoscono alcuni limiti, fra cui l’uso di un campione numericamente ridotto nelle prove in laboratorio e la necessità di verificare i risultati su un’ampia varietà di corporature e stili di corsa. Inoltre, i momenti spinali calcolati rappresentano correlazioni biomeccaniche: lo studio non documenta un aumento clinico di patologie vertebrali, ma segnala un potenziale fattore di rischio.

Le implicazioni pratiche si estendono al design di nuovi reggiseni che combinino riduzione del rimbalzo e distribuzione ottimale delle forze, magari ricorrendo a materiali più elastici in zone selezionate o a sistemi di supporto ibridi. La stessa piattaforma di modellazione potrebbe essere impiegata per piani riabilitativi personalizzati pre- e post-chirurgia mammaria. 

In sintesi, la ricerca evidenzia che la protezione del seno e la tutela della colonna vertebrale devono essere considerate congiuntamente. L’obiettivo futuro è individuare il livello di sostegno “sufficiente” a prevenire dolore mammario e, al contempo, a non sovraccaricare la schiena – un parametro che potrà orientare sia le scelte delle consumatrici sia le strategie di sviluppo dei produttori. 

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