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Virus respiratorio sinciziale: ecco perché le persone anziane dovrebbero vaccinarsi

Mentre in Italia si proteggono i neonati, gli over 60 restano esposti alle conseguenze del contagio. Medici, associazioni e parlamentari chiedono l’inserimento della profilassi RSV nei programmi di igiene pubblica

Con l’arrivo dell’autunno riparte l’ondata stagionale di contagi da virus respiratori. Influenza, Covid-19 e polmoniti tornano alla ribalta, ma un patogeno continua a passare sotto traccia, nonostante il suo impatto crescente: il virus respiratorio sinciziale (RSV). Storicamente associato alla pediatria, questo virus è oggi riconosciuto come una delle principali cause di ospedalizzazione e mortalità tra gli anziani e i soggetti fragili. Eppure, la protezione vaccinale per questa fascia di popolazione resta fuori dai programmi pubblici italiani.

Durante l’incontro stampa sul tema “Il valore della vaccinazione per la protezione dei più fragili”, una iniziativa dall’onorevole Simona Loizzo presso la sala stampa della Camera dei Deputati, organizzata con il supporto dell’Associazione Nazionale Pazienti Respiriamo Insieme, esperti e rappresentanti delle istituzioni hanno lanciato un appello condiviso: è tempo di includere la vaccinazione anti-RSV nel calendario vaccinale per gli adulti, al pari di quanto già avviene per influenza e pneumococco.

Virus dei bambini? Colpisce anche gli adulti

Se in ambito pediatrico il virus respiratorio sinciziale ha guadagnato attenzione – con l’introduzione dell’anticorpo monoclonale in tutte le regioni – la popolazione adulta resta scoperta. Eppure, i dati parlano chiaro: il rischio di mortalità per RSV è sei volte maggiore negli over 65 rispetto ai bambini sotto l’anno di età. Un recente studio europeo stima per l’Italia oltre 50mila ospedalizzazioni annuali da RSV negli over 60, il doppio rispetto alle stime precedenti. La gravità della malattia è paragonabile, se non superiore, a quella dell’influenza e del Covid-19. “Il virus respiratorio sinciziale sull’anziano ha un impatto importante, peraltro anche sottostimato a causa del fatto che nella maggior parte dei casi di infezione respiratoria questo virus non viene ricercato”, ha spiegato Claudio Pedone, Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG). “La gran parte delle persone anziane ha dei fattori di rischio – patologie cardio-respiratorie, diabete mellito – che moltiplicano il rischio di ospedalizzazione e mortalità. Inoltre, le infezioni severe causano spesso un peggioramento dello stato funzionale e possono portare alla perdita dell’autosufficienza, con ricadute sanitarie, sociali ed economiche”.

Vuoto normativo da colmare

Nonostante le rassicurazioni del Ministero della Salute, la vaccinazione anti-RSV per gli adulti fragili non è ancora stata inclusa nel calendario vaccinale. Un’assenza che stride con le politiche di altri Paesi europei come Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, dove sono già attivi programmi di immunizzazione o rimborsi dedicati per gli over 60. Nel frattempo, i dati confermano l’urgenza: in due stagioni di osservazione su pazienti over 50 seguiti dai Medici di Medicina Generale, la prevalenza di RSV ha raggiunto picchi del 18,9% in un solo mese, con il 50% dei pazienti trattati con antibiotici. Un dato allarmante anche in ottica di contrasto all’antibiotico-resistenza.

“Il virus respiratorio sinciziale è uno dei principali responsabili delle infezioni respiratorie che vediamo nei pazienti anziani e fragili”, ha dichiarato Alessandro Rossi, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). “I vaccini disponibili sono sicuri ed efficaci, già adottati in molti Paesi. Chiediamo che possano essere utilizzati anche in Italia, in associazione agli altri vaccini stagionali. Il contatto con il medico di famiglia è fondamentale per motivare il paziente alla vaccinazione: prevenire un’infezione che può avere esiti severi è un dovere di sanità pubblica”. La SIMG, insieme ad altre società scientifiche, ha inviato al Ministero una raccomandazione formale per l’inserimento della vaccinazione anti-RSV nei programmi di prevenzione pubblica e nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.

I dati presentati al congresso ESCMID 2025 confermano l’efficacia della vaccinazione: tra gli adulti over 60, si osserva una riduzione dell’82,3% delle ospedalizzazioni per infezioni delle basse vie respiratorie da RSV. La vaccinazione è raccomandata anche per le donne in gravidanza, per proteggere il neonato nei primi mesi di vita, ampliando così la portata preventiva a due generazioni. “Le evidenze scientifiche confermano che il virus respiratorio sinciziale non è un problema confinato all’età pediatrica, ma una minaccia crescente per gli anziani e i pazienti fragili”, ha sottolineato Claudio Mastroianni, Past President della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). “Disporre di una vaccinazione sicura ed efficace che protegge l’80% dei soggetti vaccinati ci consente di prevenire un numero significativo di infezioni gravi, ricoveri e decessi. L’inserimento della vaccinazione anti-RSV nei LEA e nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale rappresenterebbe un passo essenziale per colmare un vuoto di protezione che non possiamo più ignorare”.

Un appello condiviso

La richiesta di una strategia nazionale condivisa è stata rilanciata con forza anche dalle associazioni di pazienti. “Serve un’alleanza concreta per proteggere i più fragili da un virus che ha conseguenze profonde non solo per i pazienti, ma anche per le famiglie e per l’intero sistema di cura”, ha sostenuto Simona Barbaglia, Presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme. “Con la nostra campagna Non è così come sembra vogliamo costruire una rete tra cittadini, clinici e istituzioni per promuovere consapevolezza, prevenzione e accesso alla vaccinazione anti-RSV”.

A chiudere il cerchio, l’intervento di Simona Loizzo, membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera: “La tutela dei pazienti fragili deve essere una priorità, sappiamo che il virus respiratorio sinciziale rappresenta oggi una minaccia. Abbiamo a disposizione una vaccinazione efficace e sicura, riconosciuta a livello europeo, e dobbiamo renderla accessibile anche in Italia. È il momento di trasformare la consapevolezza in decisioni concrete”.

Per la cronaca, la conferenza organizzata presso la sala stampa della Camera dei deputati, organizzata dall’Associazione Respiriamo Insieme APS, con la segreteria organizzativa di Aristea, con il contributo non condizionante di GSK, Pfizer e Moderna, si è aperta con i saluti istituzionali di Gian Antonio Girelli e di Simona Loizzo, componenti della XII Commissione, Affari Sociali della Camera. Dopo l’introduzione di Simona Barbaglia, sono intervenuti: Prof. Claudio Maria Mastroianni; Prof. Claudio Pedone; Dottor Gianmarco Rea, Segretario SIMG Lazio; Prof. Vito Trojano, Presidente SIGO. Da segnalare anche un videomessaggio del Prof. Paolo Bonanni, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SitI). Moderatore dell’incontro Daniel Della Seta, giornalista scientifico.

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