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Emicrania: oltre 1,2 milioni di lombardi colpiti, impatto economico di circa 690 milioni €/anno

Patologia che colpisce circa il 12% della popolazione italiana (oltre 6 milioni di persone) con pesanti ricadute sia sulla qualità di vita che su quella lavorativa. L’impatto socio/economico in Italia ammonta a circa 3,5 miliardi €/anno, dove il 15% delle persone ha oltre 4 episodi/mese, il 4,2% oltre 8 ed il 5% perde più di 5 giorni lavorativi/mese.

Arriva a Milano il Road Show ‘Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa: Focus Emicrania. Novità nella strategia di profilassi e nella gestione dell’attacco acuto – REGIONE LOMBARDIA’.

Organizzata da Motore Sanità, grazie al contributo non condizionante di Pfizer, l’iniziativa toccherà 3 capoluoghi di regione italiani. L’obiettivo del progetto è aumentare la consapevolezza delle istituzioni regionali sull’impatto epidemiologico, clinico, sociale ed economico dell’emicrania e sull’importanza di una rapida presa in cura delle persone che ne soffrono, anche grazie alle opportunità terapeutiche a disposizione.

L’emicrania può manifestarsi con diversi gradi di severità, motivo per cui sono state istituite strutture dedicate alla diagnosi e alla cura, organizzate su tre livelli di complessità: il I° Livello, rappresentato dagli ambulatori specialistici; il II° Livello, costituito dai Centri Cefalee per la diagnosi e la terapia; e il III° Livello, che comprende Centri Cefalee dedicati alla diagnosi, terapia, ricerca e formazione, con possibilità di ricovero ordinario o in Day Hospital.

Tuttavia, il grado di assistenza e la modalità gestione delle strutture differisce tra le varie regioni italiane: è fondamentale l’inserimento della patologia nel Piano Nazionale della Cronicità (PNC) e nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Inoltre, è necessario rivedere l’organizzazione assistenziale e i percorsi regionali di accesso alle cure (PDTA) per garantire una piena integrazione con il territorio e un accesso uniforme alle terapie innovative. Secondo numerose evidenze scientifiche, queste terapie non solo migliorano significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da emicrania, ma possono anche generare benefici economici per le Regioni, grazie all’aumento della produttività che ne potrebbe derivare.

“Il primo obiettivo è quello di considerare e far riconoscere la cefalea, ed in particolare l’emicrania, come una vera malattia. L’impatto di questa patologia sulla qualità di vita e sulla sfera sociale, famigliare e lavorativa è elevato, con costi diretti ed indiretti consistenti e progressivi se la patologia tende nel tempo a cronicizzare. La maggiore frequenza è in età riproduttiva, creando limitazioni significative nella quotidianità di soggetti giovani. Diventa necessario iniziare campagne di informazione in modo che i soggetti cefalalgici divengano coscienti dei nuovi approcci terapeutici e della presenza sul territorio dei centri cefalee. Soprattutto diviene importante che le cefalee, e soprattutto l’emicrania, abbiano predisposti dei percorsi diagnostici e terapeutici mirati e specifici. Le cure farmacologiche sono in grado di ridurre di gran lunga frequenza, intensità e disabilità legata alla cefalea: la fruibilità di queste terapie è però necessaria per il maggior numero di pazienti già in fase precoce di malattia. In tal modo si potrà evitare la cronicizzazione del quadro clinico e si riuscirà a contenere la spesa sanitaria che, in caso di cronicizzazione, risulta 6 volte superiore rispetto alla fase episodica. Quindi, informazione, educazione ed atteggiamento terapeutico tempestivo e proattivo verso i pazienti sono i cardini sui quali basare il futuro dell’assistenza nell’ambito delle cefalee”, spiega Bruno Colombo, Coordinatore Area Neurologica del Centro cefalee e algie facciali, Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano

“L’emicrania è una patologia molto frequente nella popolazione generale, più nelle donne, con un rapporto femmine/maschi di 3:1 e si manifesta nelle età più produttive della vita. Più del 50% dei pazienti con emicrania riferiscono una compromissione severa delle attività durante gli attacchi, circa il 50% una compromissione delle performance anche tra gli attacchi, il 33% riportano uno stigma di malattia. L’emicrania può avere, negli anni, un andamento evolutivo passando da forma episodica a forma cronica (15 o più giorni di cefalea al mese per almeno 3 mesi), in una percentuale di casi complicata da uso eccessivo di farmaci sintomatici che a sua volta peggiora il quadro cefalalgico. Queste forme sono anche le più impattanti per disabilità e costi. La gestione di questi pazienti è, pertanto, molto complessa, ed è necessario fornire accessi alle cure in tempi brevi con modelli di cura integrati secondo la gravità della patologia, al fine di prevenire la cronicità, ridurre la disabilità, trattare precocemente con cure adeguate. Di concerto è utile implementare la conoscenza e la divulgazione della patologia nella popolazione perché un paziente correttamente informato potrà essere di maggiore aiuto al medico nel percorso di cura”, dichiara Grazia Sances, Referente Centro Regionale Diagnosi e Cura delle Cefalee (Senior Consultant) IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino, Pavia

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