Sfide e opportunità nell’ecosistema sanitario: riflessioni dal World Health Forum Veneto
Padova, 23 marzo 2024 – Giunge al culmine il World Health Forum Veneto, con una serie di incontri ed eventi di alto livello, per analizzare il presente e approfondire il futuro dell’evoluzione delle scienze mediche e delle tecnologie che possono migliorare la nostra vita. Un evento di alto profilo che si è tenuto a Padova aperto a tutti: cittadini, operatori, pazienti ed esperti, promosso da Motore Sanità, Regione del Veneto, Comune di Padova, Camera di Commercio di Padova, Fondazione Cariparo, Università degli Studi di Padova, Veneto Innovazione, VIMM-Veneto Institute of Molecular Medicine, Teatro Stabile del Veneto, VenicePromex e Agenda Digitale del Veneto 2025.
Ad aprire i lavori della tavola rotonda del quarto e ultimo giorno “Bisogni, proposte, soluzioni dell’industria dei dispositivi impegnata in sanità per una nuova politica industriale del Paese Italia e dei farmaci biosimilari ed equivalenti strumento di sostenibilità dell’innovazione”, moderata da Claudio Zanon – Direzione scientifica di Motore Sanità e Luca Giuseppe Dalle Carbonare – Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione, Alessandra Gelera,Public Affairs, Health Economics & Market Access Country Head at Boston Scientific.
Il mercato italiano dei dispositivi medici: potenzialità, sfide e strategie per la crescita
“Il mercato dei dispositivi medici in Italia – spiega Gelera – genera circa 17,3 miliardi di euro considerando sia l’export (5,7 miliardi di euro), sia il mercato interno, ed è popolato da 4.449 aziende, di cui il 94% piccole, medie e microimprese, le quali occupano una forza lavoro altamente qualificata di 118.837 dipendenti. Molto significativi sono anche i dati sugli investimenti in ricerca e innovazione (circa 1,4 miliardi di euro in valore assoluto nel 2021, il 6% del totale degli investimenti in ricerca e innovazione in Italia) spinti anche dalla presenza di un tessuto industriale composto da 120 start-up e 177 PMI innovative. Come testimoniato dall’attenzione rivolta dai principali fondi di investimento europei ed extra europei al settore dei dispositivi medici, esso rappresenta uno degli ambiti con maggiori potenzialità di crescita a livello globale, un vero e proprio asset strategico per il Paese, ma per apprezzare e beneficiare della sua spinta propulsiva, è necessario un passaggio prima di tutto culturale, che poi si declina in politiche economico-finanziarie, dal concetto di spesa a quello di investimento, dove la stella polare è la generazione di valore. La principale sfida che la governance dei dispositivi medici dovrà affrontare è quindi il superamento dell’attuale condizione di finanziamento per garantire l’equo accesso alle cure innovative e dare impulso alla crescita del sistema attraverso il superamento della logica dei tetti quale strumento cardine per le decisioni”.
Investimenti tecnologici per la salute: migliorare i risultati e prevenire le complicanze delle malattie croniche
Ha sottolineato l’importanza di investire nelle nuove tecnologie per migliorare i risultati in termini di salute e prevenire le complicanze legate alle malattie croniche anche Massimiliano Bindi, Amministratore Delegato Abbott Italia, con queste parole: “La telemedicina e la possibilità di sostenere le persone affette da malattie croniche sono già una realtà, soprattutto in alcuni ambiti come il diabete e le malattie cardiovascolari. Gli investimenti nelle nuove tecnologie miglioreranno i risultati in termini di salute e aiuteranno a prevenire le complicanze”.
Sinergie pubblico-privato per l’innovazione e la specializzazione medica: il caso dell’Università di Verona e CONFIMI Industria Sanità
“Già oggi e sempre più nell’immediato futuro, la specializzazione tecnica medica e la ricerca in tecnologie applicate alla salute andranno di pari passo”, sottolinea Massimo Pulin, Presidente Nazionale CONFIMI Industria Sanità. “Per questo Confimi Industria Sanità ha individuato nell’Università di Verona il partner di formazione, preparazione e sperimentazione ideale nella progettazione di un laboratorio permanente di tecniche ortopediche. Un presidio di altissima specializzazione che sarà al tempo stesso fiore all’occhiello del territorio e della Regione e punto di riferimento per il settore medico. Non dobbiamo infatti dimenticare come le sinergie pubblico-privato possano essere vincenti e d’avanguardia nel soddisfare le necessità del cittadino paziente che, allungandosi l’aspettativa di vita, andrà sempre più in contro a una molteplicità di bisogni di assistenza, cura e – è proprio il caso di dirlo – sostegno”.
Servizio me+: supporto personalizzato per le persone stomizzate
Laura Meli, Responsabile di Comunicazione Convatec Italia S.r.l., ha presentato il Servizio me+™ durante il suo intervento: un innovativo servizio telefonico che fornisce supporto su misura alle persone stomizzate, dall’ospedale alla riabilitazione. “È il primo Servizio di supporto alla persona stomizzata nato in Italia nel 1992 con oltre 30 anni di esperienza”, spiega Meli. “Diciotto consulenti esperte e competenti, formate per far fronte alle peculiarità regionali, gestiscono circa 500 chiamate al giorno per dare una risposta a specifiche esigenze. Ogni persona stomizzata può contare sul supporto di una consulente me+ dedicata che la segue, la affianca e la indirizza nella gestione quotidiana della stomia. Il Servizio me+ risponde al numero verde 800.930.930”.
Il ruolo dei dispositivi sanitari e dei farmaci biosimilari nell’innovazione del settore sanitario “La tavola rotonda si è focalizzata sul ruolo dei dispositivi sanitari e dei farmaci biosimilari come mezzi per sostenere l’innovazione nel settore sanitario”, ha concluso Luca Giuseppe Dalle Carbonare, del Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione. “I relatori coinvolti hanno rappresentato una combinazione di esperienza, leadership e competenza nel settore sanitario, contribuendo a una discussione ricca e informativa sulla politica industriale e sull’innovazione nel campo della salute. Ritengo che in questo contesto l’Università abbia un ruolo fondamentale, poiché può fungere da motore per l’innovazione attraverso la ricerca di base e applicata, la formazione di professionisti qualificati e la trasferibilità delle conoscenze dall’accademia all’industria. Inoltre, la collaborazione tra università, industria e governo può promuovere un ecosistema favorevole all’innovazione, stimolando la creazione di start-up e spin-off capaci di tradurre la ricerca scientifica in prodotti e servizi concreti per il miglioramento della sanità e dell’economia nazionale”.
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