L’endometriosi è una bella scocciatura, colpisce milioni di donne in tutto il mondo. In Italia, secondo stime recenti, oltre 134mila donne tra i 15 e i 50 anni sono state ricoverate almeno una volta per endometriosi negli ospedali italiani negli ultimi dieci anni.
Questo numero evidenzia la diffusione della malattia, la gravità dei sintomi e delle complicazioni. Ma cosa è esattamente l’endometriosi e perché è così difficile da diagnosticare?
L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale, un tappeto di cellule che normalmente riveste l’interno dell’utero. Piccole isole di questo tessuto, in presenza di anomalie, possono andare a localizzarsi su organi pelvici come le ovaie, le tube di Falloppio e il peritoneo, causando infiammazione, dolore e, in alcuni casi, infertilità. I sintomi possono variare notevolmente da donna a donna, e possono includere dolore pelvico, mestruazioni irregolari, dolore durante i rapporti sessuali e problemi gastrointestinali.
Una delle problematiche più gravi legate all’endometriosi è il lungo tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi corretta. In media, le donne devono attendere dai 7 ai 10 anni prima di ricevere una diagnosi ufficiale. Questo ritardo è spesso attribuibile alla modalità di insorgenza dei sintomi, che possono essere confusi con altre affezioni.
La diffusione dell’endometriosi in Italia è stata affrontata in occasione del workshop “Valutazione di incidenza e prevalenza di endometriosi nella popolazione italiana e indagine su possibili ipotesi patogenetiche”, tenutosi all’Istituto Superiore di Sanità, hanno rivelato che la malattia ha un’incidenza pari a 0,839 per mille donne e una prevalenza stimata di quasi due milioni di casi nel periodo 2011-2020. Le regioni d’Italia con il numero più elevato di ricoveri per endometriosi includono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Nonostante l’endometriosi sia una patologia ben documentata, la sua eziologia rimane ancora poco chiara. Tuttavia, gli esperti stanno esplorando diverse ipotesi, tra cui la possibile associazione tra l’insorgenza della malattia e l’esposizione a inquinanti ambientali. Sostanze tossiche come le diossine, i policlorobifenili (PCB) e metalli pesanti come cadmio e piombo sono stati identificati come potenziali fattori di rischio. Attualmente, in collaborazione con il Dipartimento di Ambiente e Salute dell’ISS, sono in corso analisi per individuare aree ad alta incidenza di endometriosi in cui effettuare studi eziologici di epidemiologia ambientale.
Nel corso del workshop, sono stati presentati anche i risultati di due progetti finanziati dal Ministero della Salute, finalizzati a migliorare la comprensione e la gestione dell’endometriosi. Questi progetti, coordinati dall’Istituto Materno Infantile Burlo Garofolo di Trieste, sono stati realizzati in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Firenze e l’Azienda Sanitaria Locale di Taranto. Tali iniziative rappresentano un passo importante verso una maggiore consapevolezza e un approccio più efficace nella diagnosi e nel trattamento di questa malattia.
Il Piano Nazionale della Cronicità 2024 prevede tra le sue linee di intervento la creazione di registri su base regionale per il monitoraggio dell’epidemiologia dell’endometriosi. Questo strumento sarà fondamentale per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento della malattia, consentendo una raccolta sistematica di dati e contribuendo a una ricerca più mirata.
IN BREVE
L’endometriosi è una condizione debilitante che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, con sintomi che variano da dolori pelvici cronici a infertilità. In Italia, almeno 134mila donne affrontano la realtà di un ricovero ospedaliero nella loro vita a causa di questa malattia. Un dato che mette in luce l’urgenza di maggiori risorse e attenzione da parte delle istituzioni sanitarie.
Psicofarmaci contro l’emicrania potrebbero curare endometriosi
Una speranza si affaccia all’orizzonte con la scoperta che alcuni farmaci usati per l’emicrania potrebbero rivelarsi efficaci nel trattamento dell’endometriosi. Questa novità apre nuovi scenari terapeutici, promettendo di migliorare la qualità della vita di molte pazienti.
Docufilm sulla endometriosi, colpite 3 milioni donne in Italia
L’impatto dell’endometriosi non è solo fisico ma anche sociale e psicologico. Tre milioni di donne italiane convivono con questa malattia. Un docufilm americano, Below the belt, (www.belowthebelt.film), racconta le emozioni e i drammi legati a questi disturbi, che colpiscono 150 milioni di donne nel mondo di cui almeno tre milioni solo in Italia. Girato dalla regista Shannon Cohn, colpita da endometriosi, il docufilm è stato prodotto, tra le altre, da Hillary Clinton, dalla senatrice Elizabeth Warren e dall’attrice Rosario Dawson.
In Portogallo approvata legge su endometriosi e adenomiosi
Il Portogallo ha fatto un passo significativo nella lotta contro l’endometriosi, approvando una legge che tutela le donne affette da questa e da altre patologie correlate, come l’adenomiosi. La legge prevede misure di supporto sia medico che lavorativo, rappresentando un modello da seguire anche per altri paesi.
Ostetrica sentinella delle diagnosi sommerse
Le ostetriche stanno diventando vere e proprie sentinelle nella diagnosi precoce dell’endometriosi, spesso chiamate a riconoscere i sintomi di una malattia che può rimanere nascosta per anni. La loro formazione e il loro ruolo sono cruciali per ridurre i tempi di diagnosi e migliorare l’accesso alle cure.
Congedo mestruale e liste attesa prioritarie
Il dibattito sul congedo mestruale per le donne affette da endometriosi è in corso, con proposte di includere anche liste di attesa prioritarie per l’accesso ai trattamenti. Una misura che riconosce l’impatto della malattia sulla vita lavorativa e quotidiana delle donne.
Quadruplicate richieste di preservazione fertilità
Le richieste di preservazione della fertilità da parte delle donne con endometriosi sono quadruplicate, segno della crescente consapevolezza e della ricerca di soluzioni per il futuro. La medicina della riproduzione sta adattando le proprie strategie per supportare al meglio queste pazienti.
Una corretta alimentazione può contrastare sintomi
Infine, studi recenti suggeriscono che una corretta alimentazione può giocare un ruolo significativo nel contrastare i sintomi dell’endometriosi. Diete anti-infiammatorie e ricche di antiossidanti possono alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.
Approccio multidisciplinare per una diagnosi corretta
L’endometriosi è una battaglia quotidiana per molte donne, ma grazie ai progressi medici, alle iniziative legislative e alla crescente consapevolezza, si intravede una luce di speranza. Continuare a informare e sensibilizzare è fondamentale per supportare chi convive con questa malattia e per promuovere ulteriori ricerche e soluzioni efficaci. Attraverso un approccio multidisciplinare si potrà sperare di migliorare la vita delle donne affette da endometriosi e ridurre il tempo necessario per una diagnosi corretta.