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HIV, liberi dalle incombenze quotidiane: i progressi nelle terapie iniettabili long-acting

Al congresso della European AIDS Clinical Society i risultati degli studi su cabotegravir e rilpivirina somministrati una sola volta ogni due mesi: efficacia, sicurezza e migliore qualità della vita



Il primo dicembre si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS, un appuntamento che da oltre trent’anni richiama l’attenzione globale sulla lotta all’HIV, non solo come emergenza sanitaria, ma come espressione culturale e sociale. È un momento di riflessione collettiva, in cui si riafferma il diritto alla cura, alla dignità e all’inclusione delle persone che vivono con il virus. Ma è anche l’occasione per fare il punto sui progressi, sulle politiche di prevenzione e sulle nuove frontiere terapeutiche che stanno trasformando radicalmente il volto dell’infezione.

Tra le conquiste più significative degli ultimi anni, il concetto di U=U, “Undetectable = Untransmittable”, ha segnato una svolta epocale. Significa che una persona con HIV che assume correttamente la terapia e mantiene una carica virale non rilevabile non trasmette il virus per via sessuale e può avvicinare altre persone in santa pace. È una verità scientifica, validata da studi internazionali, che ha cambiato il modo di vivere quella che un tempo veniva bollata come sieropositività. Stigma e paure sono state abbattute, restituendo libertà e fiducia: U=U non è solo un claim, è un messaggio di emancipazione.

In questo contesto, il 20° Congresso della European AIDS Clinical Society (EACS), concluso da pochi giorni a Parigi, ha offerto uno sguardo d’insieme sul futuro della gestione dell’HIV. Al centro del dibattito, le terapie long-acting: farmaci iniettabili a lunga durata d’azione che promettono di liberare le persone con HIV dal vincolo della somministrazione quotidiana. Una svolta che non riguarda solo l’efficacia clinica, ma anche la qualità della vita, la privacy e il rapporto con i centri di cura. Oltre 40 nuovi studi hanno delineato un panorama terapeutico in rapida evoluzione, con risultati che parlano di una rivoluzione già in atto.

Le combinazioni iniettabili di cabotegravir e rilpivirina, somministrate ogni due mesi, ridefiniscono lo schema terapeutico. I dati presentati al congresso EACS sono particolarmente interessanti: controllo dell’infezione superiore al 90%, meno dell’1% di risposte virologiche incomplete, e una tollerabilità eccellente. Tra gli studi più significativi, il Long-ICONA, condotto nell’ambito della coorte italiana ICONA, ha coinvolto un centinaio di persone con HIV che hanno lasciato volontariamente la terapia orale quotidiana per passare alla somministrazione a cadenza bimestrale.

“Si tratta di uno studio prospettico che ha valutato non solo la risposta virologica, ma anche parametri biologici peculiari come le concentrazioni plasmatiche del farmaco e i marcatori infiammatori” spiega Andrea Giacomelli (foto sotto) infettivologo dell’Università di Milano e consigliere SIMIT, Società italiana malattie infettive e tropicali. “I risultati mostrano che non vi è nessuna variazione significativa dell’infiammazione sistemica e che i livelli di farmaco restano sempre sopra la soglia di efficacia, confermando la sicurezza del trattamento nel tempo. Inoltre, nessun partecipante ha presentato concentrazioni meno che ottimali di farmaco. Si conferma che la terapia long-acting mantiene un profilo di efficacia e sicurezza del tutto sovrapponibile ai trial clinici, anche nella pratica quotidiana”.

Andrea Giacomelli, Simit

Una metanalisi su oltre 2.000 persone con HIV trattate con cabotegravir/rilpivirina in contesti real life ha confermato l’efficacia superiore al 90% a 12 mesi. Le interruzioni sono state rare. Lo studio VOLITION ha invece esplorato la percezione degli operatori sanitari, evidenziando come la procedura iniettabile sia considerata semplice e gestibile, anche nelle fasi precoci del trattamento. “È una nuova importante opportunità di scelta per la persona con HIV. Poter passare da una terapia orale quotidiana a una somministrazione bimestrale controllata dal centro rappresenta un cambio di paradigma” sottolinea Giacomelli. “Con questo nuovo approccio diventa possibile compiere una sorta di rivoluzione terapeutica, che consente alle persone con HIV di liberarsi dal peso della pillola quotidiana, migliorando la privacy, la qualità di vita e la relazione con i centri di cura, senza perdere nulla in termini di efficacia”.

Un ulteriore tassello del mosaico arriva dallo studio SCohoLART dell’IRCCS San Raffaele di Milano, che ha seguito 549 persone con HIV virologicamente soppresse per una mediana di 24 mesi dopo il passaggio alla terapia iniettabile. I risultati parlano da soli: a distanza di due anni dal primo controllo, il 99% dei pazienti manteneva la soppressione virale desiderabile, solo sei casi presentavano valori meno soddisfacenti, ma subito rientrati a livelli di “viremia non rilevabile” dopo un ulteriore cambio di terapia. “L’aderenza è altissima: oltre il 98% delle iniezioni è stato effettuato nella finestra prevista, grazie al monitoraggio diretto da parte del centro” spiega Camilla Muccini, infettivologa dell’Ospedale San Raffaele. “Lo studio ha inoltre evidenziato un miglioramento del profilo immunologico, con un aumento del rapporto CD4/CD8 legato a una riduzione dei linfociti CD8, e benefici sul piano metabolico e renale: riduzione del colesterolo LDL e miglioramento della funzione renale, senza variazioni di peso. Questi risultati ci dicono che la terapia long-acting è non solo efficace e tollerata, ma anche capace di preservare le peculiarità immunometaboliche nel lungo periodo”.

Insieme, gli studi Long-ICONA, la metanalisi, VOLITION e SCohoLART tracciano un quadro coerente e definito: le terapie long-acting a base di cabotegravir e rilpivirina offrono una combinazione unica di efficacia, sicurezza, aderenza e qualità di vita. Il coinvolgimento attivo dei centri clinici nella proposta di questi trattamenti diventa ora un passaggio cruciale per rendere accessibile la nuova frontiera terapeutica a tutte le persone con HIV. Una frontiera che non è più solo una promessa, ma una realtà concreta e misurabile.

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