Per ogni paziente che entra in ospedale esiste un esercizio fisico specifico. La valutazione del paziente deve essere fatta in team perché bisogna capire insieme se le sue caratteristiche fisiche sono compatibili con l’attività fisica propostagli. Questo è il messaggio portato dai massimi esperti al X Congresso della European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM) di Padova.
Al X Congresso della European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM) di Padova (27-29 ottobre), evento è organizzato da Exercise is Medicine – EIM®️ Italy, sotto l’egida del Dipartimento di Medicina, in collaborazione con Motore Sanità, Mark Stoutenberg, Professore al Dipartimento di Chinesiologia dell’Università di Temple, approfondisce il tema dell’implementation science, mirata all’integrazione efficace dell’attività fisica nei sistemi sanitari. Spiega perché è importante che ogni paziente abbia un piano specifico di esercizio.
“La valutazione del paziente deve essere fatta in team perché bisogna capire insieme se le caratteristiche fisiche del paziente che entra in ospedale sono compatibili con l’attività fisica propostagli. Bisogna quindi coinvolgere diverse figure, un team medico, come per esempio il fisioterapista, il clinico e l’infermiere che devono fornire una consulenza, e tutto questo deve essere portato anche al di fuori della struttura ospedaliera perché il paziente deve essere circondato da una comunità che possa supportarlo”.
Apparentemente sembra facile, ma come spiega Mark Stoutenberg: “quando si passa all’atto pratico è molto complesso coinvolgere tutte queste figure, quando però si riesce a farlo in maniera efficace è molto gratificante sia per i medici sia per i pazienti”. Così ecco le migliori strategie per superare queste difficoltà, spiegate dal professore Mark Stoutenberg. “I livelli su cui bisogna lavorare sono molti, a livello individuale il paziente deve essere coinvolto e partecipe, a livello della struttura clinica deve esserci un supporto da un punto di vista dell’amministrazione, della logistica e di personale formato”.
Martina Celidoni del Dipartimento di Economia dell’Università di Padova, ha invece affrontato il tema dei costi dell’inattività fisica per i sistemi sanitari e di come l’attività fisica sia un intervento costo-efficace, anche se la quantificazione di tale efficacia possa essere metodologicamente difficoltosa. “Dalle analisi socio-economiche emerge come la sedentarietà rappresenti un costo per i sistemi sanitari, come quello italiano. L’attività fisica può essere un intervento costo-efficace in quanto i benefici più che compensano i costi diretti nel breve periodo.
Sicuramente gli interventi di exercising portano a risparmi importanti, in alcuni contesti il medico di base già opera in questo senso, diventando di fatto il canale principale per fare questo tipo di politiche. Nel nostro Paese ci sono delle iniziative di questo tipo ma il sistema sanitario nazionale ne beneficerebbe maggiormente se queste iniziative fossero più diffuse, coordinate e strutturate, in modo tale da fornire anche dati su cui fare delle vere e proprie valutazioni solide”.
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