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Parkinson: una speranza dai trapianti di neuroni derivati da cellule staminali

La ricerca sulla malattia di Parkinson potrebbe essere a una svolta. Due studi clinici pubblicati su Nature incoraggiano lo sviluppo di terapie cellulari innovative in sicurezza, alimentando le speranze dei pazienti e della comunità scientifica. Gli studi, condotti rispettivamente in Giappone e Nord America, hanno testato il trapianto di neuroni derivati da cellule staminali in specifiche aree del cervello di soggetti con tremori. Un approccio temerario, che mira a reintegrare una quota di neuroni produttori di dopamina, il neurotrasmettitore responsabile di regolare i movimenti del corpo. La perdita di tali funzioni è il tratto distintivo della malattia e causa una serie di sintomi che compromettono gravemente la qualità della vita.

Primo studio: Kyoto University
Il primo gruppo di ricerca, condotto dalla Kyoto University, ha esaminato sette pazienti, trattati con cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) al fine di sviluppare neuroni capaci di produrre dopamina. Il trapianto si è dimostrato sicuro, senza effetti collaterali gravi nei due anni successivi. I neuroni impiantati hanno continuato a produrre dopamina, e quattro pazienti hanno riscontrato una riduzione significativa dei sintomi. Questo rappresenta una conferma importante, ma i ricercatori evidenziano che saranno necessarie sperimentazioni più ampie per validare i risultati.

Secondo studio: Memorial Sloan Kettering
Un percorso analogo è stato intrapreso dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center, in collaborazione con centri di ricerca negli Stati Uniti e Canada. Qui, i neuroni sono stati generati a partire da cellule staminali embrionali e impiantati in dodici pazienti. Anche in questo caso, il trattamento si è rivelato sicuro nell’arco di 18 mesi di osservazione e alcuni pazienti hanno beneficiato di miglioramenti clinici.

Uno sguardo al futuro
Entrambi gli studi segnano un passo avanti significativo, non solo per la sicurezza dei trapianti, ma anche per i segnali di efficacia che confermano il potenziale terapeutico delle cellule staminali. Grazie a questi risultati, la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato l’avvio di uno studio clinico di fase III, il cui inizio è previsto per il primo semestre del 2025. Questo studio sarà cruciale per determinare l’efficacia su larga scala e l’approvazione di questa terapia rivoluzionaria.

Comprendere il Parkinson
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla progressiva perdita di neuroni dopaminergici situati nella substantia nigra, un’area del cervello che regola i movimenti. Tra i sintomi principali vi sono:

Rigidità muscolare

Tremori

Lentezza nei movimenti (bradicinesia)

Problemi di equilibrio e postura

Alterazioni del linguaggio e della scrittura

Il Parkinson può anche comportare sintomi meno specifici, come disturbi del sonno, depressione e alterazioni cognitive, complicando ulteriormente la gestione della malattia.


Ad oggi, il trattamento del Parkinson si basa principalmente su:

Levodopa, spesso combinata con inibitori della dopa decarbossilasi, è la terapia cardine per compensare la carenza di dopamina.

Agenti dopaminergici e anticolinergici per gestire sintomi specifici.

Stimolazione cerebrale profonda (DBS):

Intervento neurochirurgico che prevede l’impianto di elettrodi nella teca cranica per modulare l’attività neuronale.

Riabilitazione e fisioterapia: programmi specifici per migliorare mobilità, equilibrio e qualità della vita.

Nonostante i progressi, queste terapie si concentrano principalmente sul controllo dei sintomi e non sulla reversibilità del danno neuronale. La possibilità di reintegrare i neuroni dopaminergici tramite cellule staminali offre una speranza unica: ripristinare la capacità del cervello di produrre dopamina autonomamente. Questo approccio non solo mira a contrastare la progressione della malattia, ma potrebbe ridurre significativamente la dipendenza da farmaci e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Gli studi clinici descritti su Nature mostrano che, per quanto promettenti siano i trapianti delle staminali, ci sono ancora diversi punti da superare in termini di riproducibilità su larga scala delle procedure. L’innovazione è il cuore della lotta al Parkinson, e i trapianti di neuroni derivati da cellule staminali rappresentano una delle frontiere più battute. Grazie ai progressi della ricerca, il 2025 potrebbe segnare l’inizio di sperimentazioni più ambiziose, portandoci sempre più vicini a una cura che non solo allevi i sintomi, ma che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui affrontiamo questa complessa malattia.

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