In occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna, che si è tenuta oggi, il tema del benessere femminile a tutto tondo è tornato sotto i riflettori. La manifestazione, promossa dal Ministero della Salute e lanciata per la prima volta dieci anni fa per iniziativa della Fondazione Atena Onlus, è un’occasione per riflettere sulle conquiste ottenute, ma anche per evidenziare le disuguaglianze che ancora si possono riscontrare in ambito sanitario.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto alla cerimonia, celebrata quest’anno nel palazzo dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) a Roma, sottolineando che, nonostante le acquisizioni in ambito scientifico, rimane ancora molto da fare. “Migliorare la salute delle donne – ha affermato – significa contribuire al bene dell’intera società”. Il Capo dello Stato ha ricordato come l’articolo 32 della Costituzione Italiana garantisca pari dignità di accesso alle cure per ogni persona, e ha posto l’accento sulla necessità di protocolli specifici e strumenti adeguati alla salute femminile. Occorre riconoscere quanto è stato fatto finora, con l’introduzione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale, ma anche evidenziare i limiti e le disparità tuttora presenti. Un punto critico riguarda l’aspettativa di vita, superiore rispetto agli uomini, ma accompagnata da un’incidenza maggiore di malattie croniche e da una vulnerabilità accentuata. Tra le soluzioni proposte, il Presidente ha evidenziato l’importanza di rafforzare la prevenzione attraverso maggiori investimenti nella ricerca, nell’educazione sanitaria e nella formazione dei professionisti.
In linea con il messaggio del Quirinale si inserisce la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha patrocinato l’evento. Questa decima edizione della Giornata Nazionale è dedicata ai temi dell’innovazione, dei cambiamenti demografici e dell’equità, con l’obiettivo di riflettere sulle trasformazioni in corso e sulle strategie da adottare per rispondere ai nuovi bisogni. Giorgia Meloni ha confermato che il governo considera centrale la prevenzione per migliorare la salute delle donne. Particolare attenzione è stata rivolta, ad esempio, all’ampliamento delle fasce di età per gli screening oncologici, come quello contro il tumore al seno. L’estensione agli intervalli di età 45-49 anni e 70-74 anni in molte regioni italiane rappresenta una scelta significativa, ma occorre fare ancora di più. Un altro aspetto cruciale, evidenziato dalla Premier, è il legame tra salute, maternità e natalità. “Abbiamo stanziato tre milioni e mezzo di euro per campagne di sensibilizzazione sui test di riserva ovarica”, ha ricordato, sottolineando l’importanza di politiche che supportino la fertilità e le nascite.
Nel corso dell’incontro il ministro Orazio Schillaci ha sottolineato il fatto che “due terzi delle iscrizioni universitarie a Medicina e Chirurgia oggi sono prerogativa delle donne”, un dato che prelude a una professione sempre più in rosa, con una sensibilità speciale e, se vogliamo, ancora più attenta. Il titolare del dicastero della Salute ha inoltre ricordato l’importanza di includere più donne nei trial, che spesso vedono arruolati sopratutto a uomini, per garantire risultati più rappresentativi e specifici. Schillaci ha ribadito che la prevenzione deve andare oltre le malattie oncologiche. Le nuove proposte ministeriali per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) includeranno screening e sorveglianza attiva per i tumori della mammella e dell’ovaio in soggetti con mutazioni genetiche, insieme a terapie educazionali per i disturbi alimentari.
Negli ultimi dieci anni, gli studi sulla salute femminile in Italia sono quasi triplicati, e oggi si contano circa 1.200 farmaci in sviluppo specifici per le donne. Questo progresso, seppur significativo, richiede ulteriore impegno per affrontare le sfide ancora aperte e promuovere equità sanitaria. La Giornata Nazionale della Salute della Donna si conferma quindi un evento fondamentale per accendere i riflettori su temi come la prevenzione, la medicina di genere e la ricerca, ma anche per richiamare la società tutta a un impegno condiviso. Come ha sottolineato il Capo dello Stato, “proseguire sulla strada intrapresa non è solo necessario, ma un dovere morale verso l’intera società”. Una salute femminile migliore è il primo passo per un futuro più giusto e sano per tutti.