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Aggressioni a medici e infermieri, reati perseguibili d’ufficio per lesioni

Escalation di violenze ai danni del personale sanitario, interviene il ministro: le sanzioni sono state inasprite, ma non basta

L’inasprimento delle sanzioni al fine di scoraggiare le aggressioni al personale sanitario diventa legge con i primi provvedimenti auspicati da sindacati e società scientifiche. Tra le novità si segnala l’entrata in vigore del decreto legislativo 19 marzo 2024, n. 31. Questo decreto permette di procedere d’ufficio nell’ipotesi di reato di lesioni personali, quindi indipendentemente dalla scelta della vittima di denunciare gli episodi. Si tratta di una chiara affermazione dei principi di tutela nei confronti di medici e infermieri, spesso vittime di violenza sul luogo di lavoro, al pronto soccorso o negli ambulatori, dentro e fuori dagli ospedali. Da segnalare la presa di posizione del segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, che in una nota ha ribadito le posizioni del sindacato: “Questa norma – ha dichiarato il leader degli ospedalieri – fa seguito alle tante sollecitazioni rivolte alle istituzioni.

La tutela del personale sanitario è una priorità e finalmente si stanno mettendo in atto misure volte a proteggere chi è quotidianamente esposto a rischi e violenze durante l’esercizio delle proprie funzioni”. I dati raccolti dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed confermano che l’81% degli operatori sanitari ha subito aggressioni (23% soprusi o violenze di tipo fisico, 77% minacce verbali). Nel 69% dei casi gli episodi non vengono denunciati alle autorità, ma solo riportati a fini statistici.

Le ripetute aggressioni a medici e infermieri in ospedale, così come riportate dalla cronaca, restano un problema preoccupante che si riscontra sempre più frequentemente al pronto soccorso e nei reparti ospedalieri, la norma introdotta per decreto potrà scoraggiare molti di questi episodi delittuosi, anche se situazioni incresciose potranno ripetersi anche in presenza di norme severe. Le cause di questi episodi violenti possono essere molteplici, tra cui situazioni di stress e frustrazione vissute dai pazienti o dai loro familiari, reazioni inconsulte in seguito alle attese in astanteria per mancanza di personale, per problemi organizzativi o per errori di comunicazione.

Per affrontare questo fenomeno è importante adottare misure preventive e promuovere una cultura del rispetto e della sicurezza all’interno degli ospedali. Alcuni dei provvedimenti che si possono adottare a tutela della categoria includono (1) corsi di formazione sulle tecniche di gestione dei conflitti e sulla comunicazione efficace con i pazienti e i familiari, al fine di smorzare le tensioni, (2) incrementare e concentrare numericamente il personale sanitario per limitare le occasioni nelle quali il medico si trova solo in balia degli eventi, come avviene ad esempio nelle visite domiciliari dei servizi di continuità assistenziale, (3) migliorare l’organizzazione dei turni in modo da garantire un luogo di cura funzionale e opportunamente presidiato, (4) potenziare le misure di sicurezza all’interno degli ospedali, ad esempio le telecamere di sorveglianza e ronde di guardia addette alla vigilanza, pronte a intervenire.

L’anno scorso sono state oltre 16mila le segnalazioni di aggressione: episodi di violenza fisica, verbale e contro la proprietà, come ad esempio casi di auto danneggiate di proprietà di operatori sanitari. Questo è quanto emerge dalle parole del Ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha partecipato a un evento organizzato in collaborazione con Inail per la giornata dedicata alla sicurezza degli operatori sanitari.

“La sicurezza di chi lavora in sanità – ha dichiarato il ministro è una priorità. Per questo siamo intervenuti introducendo la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce un operatore, inasprendo le pene per gli aggressori e potenziando i presidi di polizia negli ospedali”. Schillaci ha inoltre annunciato che l’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti, le professioni sanitarie e sociosanitarie ha fornito specifiche proposte per l’aggiornamento delle Raccomandazioni per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari.

La violenza contro gli operatori sanitari è un fenomeno drammatico, come testimoniano anche i dati riportati da Filippo Anelli, presidente dalla Federazione nazionale ordini dei medici (Fnomceo), e rilanciati in occasione della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari.

È necessario intervenire, ha affermato il numero uno Fnomceo, applicando pienamente la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori e mediante protocolli per segnalare ogni episodio di violenza alle autorità competenti.

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