Intervista a Maria Luisa Eliana Luisi, Presidente ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, Toscana e Responsabile del Servizio di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’IRCCS di Firenze della Fondazione Don Carlo Gnocchi, ONLUS
Durante l’evento di presentazione della “Carta dei Diritti dei Pazienti in Nutrizione Artificiale” in Toscana, Mondosanità ha intervistato Maria Luisa Eliana Luisi, Presidente ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, Toscana e Responsabile del Servizio di Dietologia e Nutrizione Clinica dell’IRCCS di Firenze della Fondazione Don Carlo Gnocchi, ONLUS. L’iniziativa, promossa da Motore Sanità e dall’A.N.N.A., ha ricevuto il patrocinio di ASAND (Associazione Scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica) e SINPE (Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo), con il supporto incondizionato di SAPIO life, TAKEDA e VIVISOL Home Care Services.
Luisi ha evidenziato: “La nutrizione artificiale, con le sue proprietà nutritive, si avvicina alla dieta mediterranea, considerata un’eccellente modalità alimentare. Durante la mia esposizione, ho sottolineato l’importanza di muoversi come uno stormo di storni verso l’obiettivo comune, mantenendo coesione e armonia. Ho illustrato uno schema di Mary Lippitt per le organizzazioni complesse, evidenziando la necessità di coinvolgere tutte le parti interessate, dalle istituzioni ministeriali alle associazioni dei malati, dai sanitari ai dietisti. Le competenze scientifiche e cliniche in materia di nutrizione artificiale sono fondamentali e dovrebbero essere possedute principalmente dai medici e dai dietisti. È essenziale garantire risorse, piani d’azione e incentivazioni per il personale, affinché il lavoro svolto venga riconosciuto e condiviso. L’obiettivo finale è sempre promuovere una dieta sana e soddisfacente come quella mediterranea. Sebbene le formule per la nutrizione enterale o parenterale siano scientificamente studiate e perfette, non possono fornire la gioia intrinseca di un pasto mediterraneo. Tuttavia, è importante riuscire a regalare piccoli momenti di gioia ai pazienti, come nel caso di un paziente che, non potendo bere caffè, ha provato una piccola dose e ha mostrato una gioia palpabile, ricordandoci l’importanza di soddisfare non solo le necessità nutrizionali, ma anche quelle emotive dei pazienti in nutrizione artificiale”.
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