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Italiani sedentari: un popolo di sportivi da salotto

Dilagano obesità e sovrappeso, la fotografia impietosa nel report promosso da SportCity con Istat, IBDO Foundation e Istituto Piepoli

Secondo il report denominato “Gli italiani e lo sport” più di un terzo della popolazione si dichiara sedentaria, ovvero: niente sport e nemmeno attività fisica nel tempo libero. Tanto basta per considerare gli italiani come un esercito di “sportivi da salotto”, chiusi in casa seduti per ore su divani e poltrone, incollati davanti al televisore o al computer.

Una fotografia impietosa che riguarda nondimeno il Sud e le isole, dove paradossalmente le condizioni climatiche più favorevoli dovrebbero incoraggiare la vita all’aria aperta. Il gradiente Nord-Sud evidenzia tassi più bassi di attività fisica nelle province autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente del 16,2% e del 16,9%, mentre i tassi più elevati si registrano in Calabria e Sicilia, entrambe con il 59,3% di sedentarietà. Più della metà della popolazione ha perso l’abitudine di muoversi a piedi, ad esempio, in Campania il 55,1%, in Puglia il 54,8% e in Basilicata il 53,7% delle persone interpellate evita ogni tipo di attività fisica outdoor.

Questi i dati salienti del report realizzato dall’Osservatorio permanente sullo sport, spin-off di Fondazione SportCity, in collaborazione con Istat, IBDO Foundation e Istituto Piepoli. Alla presentazione, a Roma, sono intervenuti Federico Serra, Presidente dell’Osservatorio Permanente sullo Sport, Fabio Pagliara, Presidente Fondazione SportCity, Dino Giarrusso, Parlamentare Europeo, Massimo Pronio, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Veronica Nicotra, Segretario Generale Anci, Andrea Lenzi, Presidente CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Sbraccia, Vice Presidente Vicario di IBDO Foundation, Roberta Crialesi, Dirigente il Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza Istat e Roberto Lamborghini, Sport Advisor Sg Plus.

La conferenza è stata anche occasione per presentare il “FACTSHEET 2023: Analisi comparativa di attività fisica, sedentarietà, obesità e sovrappeso nelle regioni italiane”, realizzato da Fondazione SportCity e Osservatorio permanente sullo sport in collaborazione con Istat, CORESEARCH, IBDO Foundation,Federazione delle società di diabetologia (FeSDI), Open Italy, Bhave, European Association for the Study of Obesity (EASO), Italian Obesity Network (IO-NET), nonché il numero di gennaio dello Sportcity Journal, dedicato al Parere di Iniziativa presentato dall’On. Roberto Pella e approvato lo scorso novembre dal Comitato delle Regioni dell’UE su “Costruire il modello sportivo europeo basato sui valori, dal basso verso l’alto: un mezzo per favorire l’inclusione e il benessere sociale dei giovani europei”.

La sintesi del report sugli italiani e lo sport è frutto di un lavoro complesso e articolato, realizzato con i contributi di 28 esperti e 10 parlamentari (Chiara Appendino, Mauro Berruto, Paolo Ciani, Guido Quintino Liris, Simona Loizzo, Paolo Marcheschi, Roberto Pella, Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso, Daniela Sbrollini), con un intervento del Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi e con le prefazioni di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, Luca Pancalli, Presidente Del Cip, Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, e Marco Mezzaroma, Presidente Sport e Salute.

Federico Serra ha commentato i dati del report sottolineando la necessità di riflettere su come viene declinata la cultura sportiva e del movimento in Italia. Ha evidenziato le differenze territoriali e sociali, tra nord e sud, giovani e anziani, e ha espresso preoccupazione per la scarsa propensione dei giovani a praticare sport. Ha inoltre sottolineato come le disuguaglianze sociali si riflettano anche nella pratica sportiva, con una quota maggiore di sedentarietà tra le persone con un basso titolo di studio. Ha concluso sottolineando che la recente legge che inserisce lo sport nell’articolo 33 della Costituzione italiana apre una speranza per interventi omogenei su tutto il territorio nazionale, eliminando il divario territoriale inaccettabile dal punto di vista etico e sociale.

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