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Il Dry January arriva in Italia: un mese senza alcol per rigenerarsi dopo le feste

La sfida è nata nel 2012 da un’idea di Emily Robinson, un’impiegata britannica che decise di eliminare l’alcol in vista della sua prima maratona.

Anno nuovo, nuove abitudini. Dopo gli eccessi di cibo e alcol delle feste natalizie, sempre più persone cercano di adottare uno stile di vita più sano, e tra le tendenze in crescita c’è il Dry January, letteralmente “gennaio asciutto”. L’iniziativa invita a rinunciare ad alcolici per un mese intero, una pratica che, nata nel Regno Unito, ha ormai raggiunto popolarità globale, dagli Stati Uniti all’Italia.

Le origini: una sfida personale diventata movimento globale

Il Dry January è nato nel 2012 da un’idea di Emily Robinson, un’impiegata britannica che decise di eliminare l’alcol in vista della sua prima maratona. Quell’esperienza personale ispirò la creazione di una campagna ufficiale, lanciata l’anno successivo da un’associazione no-profit britannica impegnata contro il consumo eccessivo di alcolici. Il successo fu immediato: dai 4.000 partecipanti iniziali si è passati ai 175.000 registrati ufficialmente nel 2023, con molti altri che aderiscono senza dichiararlo.

L’impatto positivo del Dry January è confermato dagli esperti. “Sperimentare un periodo di sobrietà può essere molto positivo”, afferma James C. Garbutt, docente di psichiatria presso l’Università della North Carolina, sottolineando i benefici in termini di miglioramento del sonno e riduzione di ansia e irritabilità.

Il Dry January negli Stati Uniti: giovani in prima linea

Negli Stati Uniti, la pratica ha guadagnato un’ampia base di sostenitori, con un quarto degli americani che ha completato il mese alcol-free nel 2024, secondo i dati di CivicScience. I più entusiasti? I giovani tra i 21 e i 24 anni, con un impressionante 35% di successo. Ashley Jones, infermiera esperta di alimentazione, spiega che la sfida è percepita come più accessibile rispetto ad altri propositi, come iscriversi in palestra, perché richiede solo l’eliminazione di un’abitudine, senza investimenti complicati.

Un cambio di prospettiva culturale: verso la sobrietà consapevole

Il Dry January non è più soltanto un esperimento di un mese. Negli anni si è evoluto, ispirando iniziative come il Sober October, dimostrando un cambiamento culturale verso uno stile di vita più sano e una relazione consapevole con l’alcol. Questo movimento, descritto dagli esperti come “sobrio curioso”, riflette una crescente domanda di alternative analcoliche. Annie Borgerding, direttrice marketing di Back Bar Project, conferma che il mercato delle bevande zero-alcol è in forte crescita, con consumatori sempre più attenti anche al di fuori delle sfide di gennaio o ottobre.

Le testimonianze delle star e il dibattito in Italia

Anche i personaggi famosi contribuiscono alla diffusione del Dry January. Tom Holland, celebre attore di Spider-Man, ha raccontato come l’esperienza lo abbia aiutato a riconoscere un rapporto problematico con l’alcol, portandolo a scegliere una sobrietà permanente. “Questa è la versione migliore di me stesso”, ha dichiarato, spiegando come il percorso inizialmente difficile sia diventato una fonte di benessere.

In Italia, il tema della sobrietà sta acquistando rilevanza, come dimostra il dibattito crescente sui vini dealcolati e sull’ampia offerta di birre analcoliche. Anche se la sfida del Dry January non ha ancora raggiunto i numeri anglosassoni, il fenomeno sta lentamente prendendo piede, soprattutto tra chi cerca di riequilibrare le proprie abitudini dopo le festività.

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