Basta un esame del sangue e in base ai livelli di una sostanza molto importante, la troponina, è possibile sapere se si è persone a rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare. Questa sostanza si chiama appunto troponina ed è un insieme di proteine presente nel tessuto muscolare e nel muscolo cardiaco.
In caso di danno o di sofferenza grave al cuore, basti pensare ad un infarto miocardico, a malattie cardiache di tipo infiammatorio, la troponina viene rilasciata nel sangue: maggiore è il danno più alta è la concentrazione di troponina. Questa caratteristica della troponina permette di impiegarla come aiuto nella diagnosi delle malattie cardiovascolari in ospedale, ma oggi, grazie al progresso tecnologico è possibile un suo impiego nella medicina di base per la prevenzione delle malattie cardiache e cardiovascolari in generale.
Oggi esiste la possibilità di misurare, con una metodologia ad elevata sensibilità, valori significativi di un biomarcatore cardio-specifico rilasciato in caso di danno miocardico subclinico, appunto la troponina I ad elevata sensibilità. Si tratta di un esame del sangue semplice da valutare che, insieme ai risultati clinici e diagnostici, consente di intervenire precocemente sui pazienti ad alto rischio e potrebbe evitare esami o trattamenti non necessari in pazienti a basso rischio.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo. Rappresentano una delle principali cause di mortalità nei paesi industrializzati e la loro prevalenza è destinata a crescere costantemente con l’invecchiamento della popolazione.
Le malattie cardiovascolari sono in continua crescita e la prevenzione resta, anche per queste patologie, l’arma principale per contenere i casi. Agire sui fattori di rischio è la regola numero uno.
L’osservazione dei corretti stili di vita – magiare sano, fare attività fisica giornaliera, non bere, non fumare – aiutano nell’80% dei casi ad abbassare le possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
E oggi un alleato è anche la troponina di cui abbiamo parlato.
Secondo gli esperti la troponina I ad elevata sensibilità per la stratificazione del rischio cardiovascolare, essendo un biomarcatore cardiospecifico, determina una maggiore accuratezza nella stima del rischio di futuri eventi cardiaci in persone apparentemente sane e in soggetti con fattori predisponenti a tali rischi.
Ecco perché la troponina rappresenta un nuovo alleato nella lotta alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, che, sempre secondo gli espertim nell’80% dei casi sono prevenibili con programmi educazionali e con una medicina territoriale proattiva.