Intervista a Uberto Pagotto, Direttore Unità Operativa Complessa di Endocrinologia, Prevenzione e Cura del Diabete, Policlinico Sant’Orsola Bologna
In un’epoca in cui affrontiamo pandemie globali, c’è una minaccia silenziosa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo: il diabete. Questa condizione, spesso chiamata la “pandemia dolce”, ha raggiunto proporzioni epidemiche, colpendo persone di tutte le età e provenienze.
Il Diabete di Tipo 1, un misterioso avversario autoimmune, rende il corpo incapace di produrre insulina, la chiave necessaria per far entrare il glucosio nelle cellule. Questa forma colpisce solitamente durante l’infanzia o l’adolescenza, richiedendo una gestione attenta attraverso iniezioni di insulina per tutta la vita.
Il Diabete di Tipo 2, invece, è spesso associato allo stile di vita moderno. Una dieta ricca di zuccheri e grassi, combinata con la mancanza di esercizio fisico, contribuisce a un aumento del rischio. Contrariamente alla credenza comune, il diabete di tipo 2 non colpisce solo gli adulti, ma sempre più spesso i giovani, rendendo ancora più urgente la necessità di prevenzione.
La prevenzione del diabete diventa una priorità fondamentale. La consapevolezza dei fattori di rischio, la promozione di stili di vita sani e i controlli regolari possono fare la differenza. Insieme, dobbiamo combattere questa pandemia silenziosa, educando e sostenendo coloro che vivono con il diabete e impegnandoci a ridurre i nuovi casi.
A parlarne è Uberto Pagotto, Direttore Unità Operativa Complessa di Endocrinologia, Prevenzione e Cura del Diabete, Policlinico Sant’Orsola Bologna, nel corso dell’evento “LA PANDEMIA DIABETE T2 – DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA”, organizzato da Motore Sanità.
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