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Psicologi, educazione affettiva e sessuale è risorsa non rischio

Femminicidi, come incidere sullo stillicidio di casi che superano costantemente ogni argine eretto sul fronte della repressione e sanzione che purtroppo per definizione arrivano tardi per mettere al riparo le donne dalle conseguenze irreparabili di atti scellerati? Bisogna agire sulle leva della educazione affettiva e sessuale. Un dato culturale che dovrebbe vedere impegnata la scuola in prima linea.
I presidenti degli Ordini degli psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto chiedono all’unisono che il ministro Valditara e i membri della commissione Cultura “vogliano audirci nelle sedi parlamentari competenti”.
“L’educazione sessuale e affettiva è una risorsa, non un rischio. Limitare o escludere la possibilità di promuovere da parte dei professionisti della salute attività educative su questi temi significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita”. In una nota congiunta i vertici professionali degli psicologi anche in relazione alla funzione pubblica svolta dai relativi sodalizi ordinistici esprimono perplessità sul Ddl Valditara che, all’articolo 1, dichiara di voler “rafforzare il principio di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia”.
“Imporre la condivisione preventiva di tutto il materiale didattico utilizzato per la materia sessuo-affettiva – si legge nella nota – fa chiedere perché non sia richiesto per le altre attività extracurriculari o progettuali. Va inoltre chiarito se la disposizione comporti l’obbligo di sottoporre preventivamente alla famiglia ogni dispensa, immagine, slide o supporto didattico, e per quale ragione tale richiesta sia limitata esclusivamente agli interventi di educazione sessuo-affettiva”.
“La costruzione dell’identità di genere e la consapevolezza del proprio corpo – scrivono i presidenti degli otto Ordini regionali – si sviluppano già nei primi anni di vita, attraverso esperienze di socializzazione, linguaggio, gioco e interazione con il contesto familiare e scolastico. Un’educazione sessuo-affettiva adeguata all’età contribuisce a promuovere comportamenti relazionali sani, a prevenire fenomeni di bullismo, violenza di genere e uso distorto dei media digitali, nonché a rafforzare le competenze emotive e sociali di bambini e adolescenti. Intervenire precocemente su tali dinamiche permette di agire in modo preventivo ed efficace sull’insorgenza di nuclei relazionali disfunzionali, prima che si trasformino in veri e propri atti di prevaricazione e maltrattamento”.
“Come presidenti degli Ordini territoriali – si legge ancora nella nota – e in quanto professionisti della salute, esprimiamo profonda preoccupazione per le implicazioni culturali e sociali derivanti da un eventuale divieto generalizzato e chiediamo ufficialmente che il ministro dell’Istruzione e del Merito e i membri della commissione Cultura vogliano audirci nelle sedi parlamentari competenti per rappresentare alle istituzioni l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva, continuativa e scientificamente fondata. La tutela dei minori passa anche e soprattutto attraverso la conoscenza, l’ascolto e la costruzione di contesti educativi sicuri e consapevoli”.

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