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Orecchio bionico, al Monaldi la prima donna chirurgo al Sud che esegue l’intervento per restituire l’udito a un paziente sordo

Rossella Grassia, 45 anni, chirurga otorinolaringoiatra dell’Azienda ospedaliera dei Colli, ha eseguito un complesso intervento di impianto cocleare su un paziente affetto da sordità grave restituendogli l’udito

La prima donna chirurgo, otorino ospedaliera che nel Sud Italia si cimenta con questo complicato tipo di operazione chirurgica. Ad affiancare la dottoressa Grassia in questa delicata procedura chirurgica in cui occorre mano ferma e grande perizia tecnica il dottore Giuseppe Barba, otochirurgo responsabile della chirurgia endoscopica e microscopica della sordità proveniente dall’ospedale del mare come il primario Giuseppe Tortoriello, che ha supervisionato l’intervento, direttore dell’unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale del Monaldi. Dal primo aprile dello scorso anno con il suo insediamento a capo di questa unità ultra specialistica il Monaldi è già diventato un riferimento nazionale per i pazienti

Che tipo di paziente ha operato?

“Un professionista napoletano di 54 anni, mio paziente da tempo, ormai non udente da anni per una degenerazione progressiva delle strutture uditive interne e che non poteva più giovarsi di alcun recupero con le protesi acustiche tradizionali. Per questo abbiamo pensato ad un orecchio bionico”.

Come funziona l’orecchio bionico?

“E’ un impianto cocleare che si inserisce nella chiocciola, nell’orecchio interno. E’ dotato di un elettrodo che raccoglie le onde sonore e stimola direttamente le fibre del nervo acustico che trasporta l’impulso nervoso fino alle zone del cervello che traducono questi segnali elettrici nella percezione dei suoni”.

Come ha reagito il paziente al ritorno della sensazione uditiva dopo tanti anni?

“Il paziente non sentiva più nulla da tempo ma non essendo un sordo dalla nascita viveva con disagio sia il silenzio, che in questi casi genera vuoto e paura, né era capace di adattarsi alla lettura labiale per cui l’isolamento sociale diventa un peso enorme. Quando si è svegliato ho subito attivato l’impianto e ha sentito le mie parole anche dietro la mascherina. E’ stato commovente. Ho girato anche un video. E’ una persona che conosco da anni e dunque un amico oltre che un paziente”.

Cosa gli ha detto?

“Ho pronunciato dei numeri invitandolo a indicarli con le dita, poi gli ho suggerito di indicare dei colori che pronunciavo, e su un calendario chiesto di indicare i giorni della settimana che pronunciavo senza consentirgli di guardare il labiale. Dopo gli abbiamo concesso di scambiare qualche parola con il telefono in viva voce con i familiari. Momenti di grande emozione per tutti”.

Il Monaldi è un centro di riferimento: quanti interventi fate all’anno?

“Devo ringraziare la direttrice generale Anna Iervolino, il mio primario e i colleghi per i risultati che stiamo raggiungendo. Siamo una squadra molto forte e riusciamo a fare tra i 40 e i 50 interventi l’anno. Questo è stato il mio primo intervento in cui operavo come primo chirurgo”. 

Quali competenze richiede?

“Una profonda conoscenza conoscenza dell’otochirurgia, capacità di lavorare nella microchirurgia e una certa freddezza e padronanza delle emozioni”.

Questa chirurgia si rivolge soprattutto ai bambini sordi?

“Senza dubbio se si interviene entro il primo anno di vita questi pazienti diventano normoudenti e acquisiscono capacità linguistiche e cognitive senza alcun deficit. E’ fondamentale la diagnosi precoce. Al Santobono se ne operano circa 30 all’anno.   Ma nel mondo degli adulti il bacino di candidati è vastissimo. Tutte persone affette da ipoacusia progressiva”.

Una domanda elevata ma di cui si parla poco

“Nella nostra regione c’è molta reticenza a parlare della sordità nelle famiglie e pochi arrivano alla protesi acustica subendo un isolamento sociale e cognitivo che andrebbe invece assolutamente evitato. Diventare sordi è terribile. E negli anziani non c’è nemmeno il lavoro a garantire la socialità e si accelera il decadimento cognitivo.

Consigli per i pazienti?

“Bisogna tenere sempre in efficienza il proprio udito e correggere subito i difetti uditivi per tenere in efficienza il linguaggio e la stimolazione acustica”.

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