Nasce in Lombardia un innovativo sistema di comunità ad Alta integrazione sanitaria per minori con fragilità psichiche provenienti dal circuito della giustizia minorile. La prima struttura è già operativa a Casteggio (PV), mentre altre due apriranno a Como e Brescia.
Regione Lombardia ha avviato un progetto pionieristico per rispondere al crescente bisogno di assistenza e recupero dei giovani con disagio psichico e problemi di dipendenza che entrano nel circuito della giustizia minorile. Si tratta delle Comunità Sociorieducative ad Alta Integrazione Sanitaria (CSGM), strutture specializzate che offrono un ambiente terapeutico e rieducativo, con l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale dei minori. La prima di queste comunità ha già aperto le porte a Casteggio (PV), accogliendo i primi ospiti. A questa struttura si aggiungeranno due nuove sedi nelle province di Brescia e Como, portando a 36 i posti disponibili in tutta la regione. L’iniziativa rappresenta un modello innovativo a livello nazionale, ponendosi come alternativa alla detenzione per i giovani che necessitano di un percorso di riabilitazione e supporto psicologico.
Un piano da 2,52 milioni di euro
L’iniziativa è finanziata con 2,52 milioni di euro, con una tariffa giornaliera per ospite di 320 euro, coperta per il 60% da Regione Lombardia e per il 40% dal Ministero della Giustizia. L’obiettivo di queste strutture è garantire un’alternativa valida alla detenzione, fornendo cure psicologiche, supporto educativo e attività di formazione per aiutare i giovani a superare le difficoltà che li hanno portati a commettere reati. Le Comunità Sociorieducative ad Alta Integrazione Sanitaria sono progettate per offrire un percorso multidisciplinare di riabilitazione che integra diversi ambiti di intervento:
- supporto psicologico e neuropsichiatrico – terapie individuali e di gruppo condotte da specialisti esperti nel trattamento di disturbi psichici e dipendenze;
- attività educative e di inclusione sociale – laboratori creativi, programmi di educazione alla legalità e attività sportive per sviluppare competenze relazionali;
- istruzione e formazione professionale – corsi mirati per fornire competenze pratiche e agevolare il futuro inserimento lavorativo;
- studio personalizzato dei percorsi di recupero – grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna, verranno analizzati i contesti di vita dei ragazzi per costruire percorsi terapeutici su misura.
Sinergia tra istituzioni per un modello innovativo
La gestione del progetto è affidata alla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, che coordinerà il funzionamento delle comunità attraverso una cabina di regia composta da:
- Enti gestori delle strutture
- Centro per la Giustizia Minorile della Lombardia
- Tribunale per i Minorenni
- ASST Santi Paolo e Carlo
Questa sinergia tra istituzioni e specialisti consentirà di monitorare costantemente i progressi dei giovani ospiti e migliorare l’efficacia dei percorsi di recupero. L’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, ha sottolineato come questo modello rappresenti un passo fondamentale per offrire ai giovani un’alternativa concreta alla devianza: “Grazie a queste comunità, i ragazzi con disagio psichico e disturbi da uso di sostanze avranno accesso a un sistema di cura altamente specializzato, che combina supporto psicologico, formazione e attività educative. Regione Lombardia continua a investire nella prevenzione e nel recupero, per dare a questi giovani una nuova possibilità di vita”. Anche Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale e Pari Opportunità, ha ribadito la centralità della tutela dei minori: “Vogliamo garantire ai ragazzi sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria un’opportunità di riscatto reale. Attraverso la collaborazione tra pubblico, terzo settore e operatori specializzati, possiamo offrire percorsi personalizzati che riducano la recidiva e promuovano il reinserimento sociale”. L’assessore all’Istruzione e Lavoro, Simona Tironi, invece, ha posto l’accento sull’importanza della formazione: “Per costruire un futuro migliore per questi ragazzi, dobbiamo dare loro strumenti concreti per affrontare la vita. L’istruzione e la formazione professionale sono essenziali per permettere loro di sviluppare competenze e trovare un’occupazione stabile una volta usciti dalla comunità”.
Infine, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, ha elogiato il modello lombardo come esempio per il resto del Paese: “Questa iniziativa dimostra che il recupero e la prevenzione sono la strada giusta per affrontare la devianza minorile. Il Governo è impegnato a potenziare strumenti come questo in tutta Italia, per garantire ai ragazzi fragili un sostegno concreto”.
Modello da estendere su scala nazionale
L’adozione di Comunità Sociorieducative ad Alta Integrazione Sanitaria rappresenta un’evoluzione nel trattamento del disagio psichico minorile. Questo sistema non solo offre ai ragazzi un ambiente sicuro e protetto, ma punta a costruire percorsi di vita alternativi alla criminalità e all’emarginazione. Con questa iniziativa, Regione Lombardia si pone all’avanguardia in Italia, aprendo la strada a un modello che potrebbe essere replicato su scala nazionale per contrastare la devianza giovanile e promuovere una società più inclusiva.