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Isolamento sociale tra gli anziani italiani: una crisi silenziosa che richiede azioni immediate

Un nuovo studio dell’Istituto Superiore di Sanità svela un’allarmante realtà: più di due milioni di anziani a rischio isolamento sociale in Italia

Un recente studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha rivelato che più di due milioni di anziani italiani, pari al 15% della popolazione di 65 anni o più, vivono in condizioni di isolamento sociale. Questi dati preoccupanti sono stati resi noti in occasione della Giornata Internazionale delle Persone Anziane, celebrata il 1 ottobre, e sollevano una seria preoccupazione per il benessere degli anziani nel nostro paese.

L’indagine, denominata sorveglianza “Passi d’Argento” (PdA), ha analizzato dati raccolti nel biennio 2021-2022 per fornire un quadro completo della situazione degli anziani in Italia. La situazione di isolamento sociale è stata definita come la condizione in cui una persona anziana non incontra, né telefona a qualcuno, e non partecipa ad attività con altre persone in luoghi di incontro o aggregazione durante una settimana media. Questi dati mettono in evidenza una situazione critica che va ben oltre la semplice solitudine, con conseguenze significative sulla salute e sul benessere degli anziani.

Una delle principali conclusioni dello studio è che l’isolamento sociale non colpisce in modo uniforme l’intera popolazione anziana, ma mostra una forte disparità geografica. Le Regioni del Sud d’Italia registrano un tasso di isolamento sociale del 20%, in netto contrasto con il 10% nel Nord e il 14% nel Centro del paese. Questo divario geografico solleva importanti questioni sulla distribuzione dei servizi e delle risorse dedicate agli anziani nelle diverse regioni italiane.

L’isolamento sociale tra gli anziani non è solo una questione di benessere emotivo, ma ha implicazioni significative sulla salute fisica e mentale. Secondo il rapporto del PdA, il 90% di coloro che vivono in isolamento sociale ha una percezione negativa della propria salute. Inoltre, l’isolamento sociale è stato associato a una serie di problematiche, tra cui la depressione, la perdita di autonomia nella vita quotidiana, l’ospedalizzazione, l’inattività fisica e una cattiva alimentazione.

È preoccupante notare che il rischio di isolamento sociale coinvolge in egual misura uomini e donne, ma è più comune tra coloro con un basso livello di istruzione (24%) e maggiori difficoltà economiche (28%). Questo sottolinea la necessità di affrontare non solo l’isolamento sociale in sé, ma anche le sue radici socioeconomiche.

Un altro aspetto rilevante emerso dallo studio è la limitata partecipazione degli anziani a attività sociali e culturali. Solo l’8% della popolazione anziana svolge attività lavorative retribuite, mentre il 27% fornisce assistenza ai familiari o partecipa al volontariato. Inoltre, solo il 4% frequenta corsi di formazione, il che può aggravare il divario tecnologico e contribuire all’isolamento sociale.

In conclusione, l’isolamento sociale tra gli anziani italiani rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica e la società nel suo complesso. Il costo sociale e sanitario associato a questa problematica è notevole e richiede una risposta immediata da parte delle istituzioni e delle comunità locali. È essenziale promuovere politiche volte a prevenire e gestire l’isolamento sociale, garantendo agli anziani un ambiente inclusivo in cui possano continuare a contribuire in modo significativo e beneficiare delle opportunità sociali e tecnologiche in evoluzione. Solo attraverso sforzi congiunti, possiamo garantire un futuro migliore per le generazioni anziane del nostro paese.

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