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Long-Covid: Studiate possibili alterazioni al cervello

Tra gli aspetti caratteristici del long-covid, che definisce quell’insieme di sintomi che persistono anche per lunghi periodi dopo la completa guarigione del virus, sono la persistenza di un offuscamento mentale e disturbi di memoria e concentrazione. Secondo un recente studio italiano questi effetti potrebbero essere correlati, in alcuni casi, ad alterazioni del metabolismo naturale del cervello e all’accumulo di molecole che risultano essere tossiche per i neuroni.

Quando nel gennaio 2020 furono registrati i primi casi in Italia i medici ed i ricercatori conoscevano poco o nulla del virus Sars-Cov-2 che avrebbe completamente cambiato il futuro del paese. Sono passati più di tre anni da quel fatidico gennaio. La ricerca ha studiato le cause, gli effetti e le terapie del covid riuscendo al contempo a produrre una serie di vaccini per prevenirne i danni. 

Nonostante questo laborioso lavoro di ricerca, dimostrazione dello spirito di sopravvivenza insito nella razza umana, sono ancora moltissimi gli aspetti oscuri di questo virus, soprattutto per quanto ne riguarda gli effetti sul lungo periodo. 

Alcuni degli aspetti caratteristici del long-covid, che definisce quell’insieme di sintomi che persistono anche per lunghi periodi dopo la completa guarigione del virus, sono la persistenza di un offuscamento mentale e disturbi di memoria e concentrazione. Secondo un recente studio italiano questi effetti potrebbero essere correlati, in alcuni casi, ad alterazioni del metabolismo naturale del cervello e all’accumulo di molecole che risultano essere tossiche per i neuroni.

Lo studio è stato coordinato dall’Università degli studi di Milano ed eseguita in partnership con il Centro Aldo Ravelli della Statale, l’Asst Santi paolo e Carlo e l’Irccs Auxologico.

La ricerca ha coinvolto sette pazienti tutti ricoverati in passato per Covid e che entro l’anno dalle dimissioni soffrivano di disturbi cognitivi rilevati da specifici test neuropsicologici.Dai test e dalle analisi effettuate sui sette volontari è stato riscontrato in tre pazienti una riduzione nel funzionamento delle cosiddette aree temporali cioè quell’area del cervello dove vengono svolte le funzioni della memoria. È stato inoltre riscontrata una riduzione del funzionamento anche delle aree prefrontali dove avviene la regolazione dell’energia mentale, della motivazione ed, in parte, il comportamento.

Per saperne di più

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